Fantascienza, Recensione

STAR TREK – IL FUTURO HA INIZIO

TRAMA

Data stellare 2233: il padre di James T. Kirk viene ucciso dal comandante di una misteriosa nave proveniente dal futuro e alla ricerca di Spock. Jim si arruola e conosce il vulcaniano, entrandovi da subito in conflitto.

RECENSIONI

Numero Zero

Rinascita, non lifting. Più che prequel della prima serie, numero zero che azzera i precedenti (sin dal titolo solipsistico) e guarda al futuro citando il passato. La poetica di Abrams fagocita una saga leggendaria, la reinventa come teen-rebel movie, con la sua ossessione per i viaggi temporali (vedi “Lost”) e il suo talento nel creare pathos nel momento in cui, inquadrata la situazione drammatica, spara la musica e pittura lirismi. Dall’incontro di due grandi teorici del serial “filosofico”, Gene Roddenberry (“Star Trek”, con rigido codice etico/militare) e Abrams (morali più ambigue), ci si aspettava però qualcosa di più meditabondo: il regista/produttore preferisce puntare tutto sull’azione galvanizzante e la meraviglia degli effetti speciali (è il film più costoso fra gli 11 realizzati), previa caratterizzazione in (buon) equilibrio fra commedia, tragedia e avventura, poggiando su un’elaborazione di montaggio e riprese che non ha precedenti nella serie. Si disinteressa (purtroppo) dell’Utopia, del mondo futuro immaginato da Roddenberry dove, prima di tutto, sono evoluti i principi e le pulsioni dell’essere umano; si prende molte libertà dal già-codificato-seriale, è “libero” come il personaggio di Kirk, indisponente, gradasso e insofferente alle regole. Lo tengono a freno gli sceneggiatori Orci e Kurtzman (gli stessi del suo Mission: Impossible 3), trekker convinti, che disseminano la pellicola di riferimenti (il più simpatico è quello sul beagle dell’Archer di “Enterprise”) e chiedono licenza con un paradosso temporale creato dal buco nero. Più L'Ira di Khan che Alla ricerca di Spock, più “Enterprise” (azione violenta e incanto figurativo) che “Next Generation” (racconti sorprendenti con pillole di saggezza), il suo “viaggio stellare” ha un plot non all’altezza delle composite coordinate della sceneggiatura corale (seppur incentrata sul rapporto fra Spock e Kirk, in apparente dicotomia Emozione/Logica, Ribellione/Regole), in quanto ri-utilizza, ancor più basico, il “pericolo Borg” della “Next generation” (nemico avanzato tecnologicamente e attacco alla Terra). Ottimo il casting, con bravi interpreti molto simili a quelli originali.