Drammatico

LA CORTE

TRAMA

Michel Racine è Presidente di Corte d’Assise. Durante un processo per infanticidio, incontra una donna che, alcuni anni prima…

RECENSIONI

Un film costruito, o per meglio dire tagliato su misura per le possibilità (vaste, benché non infinite) di Fabrice Luchini: un personaggio di inflessibile professionista e piccolo uomo, tragico nei suoi tic e nelle sue affettazioni, vistoso e inafferrabile nei suoi paludamenti (la sciarpa rossa), affetto dal male di vivere, ma non per questo d'ingegno meno acuminato e meno pronto nelle risposte. E un capolavoro di misura, di consapevole leggerezza è l'interpretazione del divo francese, che nel sorridente e calcolatissimo imbarazzo del presidente Racine (cognome da tragedia, non a caso...) guida tanto i giurati quanto lo spettatore sul palcoscenico e dietro le quinte della Giustizia, un teatro in cui i silenzi valgono, spesso, più delle parole; talvolta, anche più del cerimoniale. Gli fa da appropriato, ancorché un poco rigido, contrappunto la dolcezza 'materna' e melanconica di Sidse Babett Knudsen (premiata ai César, come Luchini a Venezia). Il resto è solido mestiere d'Oltralpe: uno stuolo di comprimari delineati con esattezza, dialoghi brillanti senza ostentazione, un melodramma legale che ha l'eleganza, ma anche l'energia, di un minuetto ben congegnato.