Biografico, Recensione

CIELO D’OTTOBRE

Titolo OriginaleOctober sky
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1999
Durata105’

TRAMA

1957: a Coalwood, cittadina mineraria del West Virginia, solca i cieli di ottobre il satellite sovietico Sputnik, e il piccolo Hickman coinvolge gli amici a costruire un razzo, osteggiato dal padre che lo vuole in miniera.

RECENSIONI

Da Rocketeer ai Rocket Boys: Joe Johnston ama un cinema vecchio stile, riproposto simulando moti dell’animo senza ricatti e convincente disegno di caratteri. Il racconto è realmente accaduto e basato sull’autobiografia del protagonista, H.H. Hickman Jr., fatta la tara delle edulcorazioni dovute: il tema principe è quello dell'american dream che può diventare realtà, ma ci sono altre allegorie intriganti, con l’URSS che solca i cieli mentre i minatori americani si trovano sottoterra, le figure paterne che predestinano e costringono a guardare verso il basso, la dedizione e l’ingegno che ripagano chi ne fa uso. Sotto il cielo di tale “filone”, la sceneggiatura di Lewis Colick è semplicistica, finanche grossolana quando, all’inizio, pare redigere un mero trattato dell’etica del successo: non mancano gli stereotipi da commedia giovanile (la bella che fa il filo agli sportivi e poi si dedica al protagonista sfigato solo dopo il suo successo) e certi temi sono posti in modo ambiguo (Johnston, per tutto il film, pare disprezzare la figura paterna ma la salva in extremis) o con poca misura (l’episodio chiave, che farà rinunciare il protagonista, non ha il giusto peso nella drammaturgia) ma è efficace comunque il lavorio dei meccanismi per instillare emozioni con il sogno procacciato con sudore che s’avvera, e ha un senso profondo anche il tema della sconfitta, per ricordare tutti quelli che non ce l’hanno fatta. Gli ottimi interpreti consegnano un finale tanto urlato quanto commovente.