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TRAMA
La giornata di Marie Larue, 24 anni, impiegata in un laboratorio fotografico, comincia con un test di gravidanza positivo. Le cose non vanno meglio per il quarantenne Luis Del Sol, conducente d’autobus, che viene lasciato dalla moglie. Intanto Hortense, 33 anni e madre di due figli, approfitta di un viaggio di lavoro del marito per poter avere la notte libera e tradirlo con un altro. Il sessantenne Maurice, ex cuoco e alcolista, si prepara a incontrare Marlène, suo grande amore di gioventù. La piccola Lucie, infine, dimenticata a scuola, si convince di essere stata abbandonata dai genitori e vive le prime angosce della solitudine.
RECENSIONI
La regista francese Marion Vernoux, già presente a Venezia qualche anno fa con l'interessante e mai distribuito "Rien a faire" (con la nostra Valeria Bruni Tedeschi), presenta un film sulla difficoltà di comunicare. Il nucleo centrale del suo cinema è la coppia, con tutte le varianti del caso. Ecco quindi una fotografa incinta dopo un'avventura, una dottoressa indecisa sull'uomo con cui tradire il marito, un conducente d'autobus che viene piantato dalla moglie sul posto di lavoro, un ex-cuoco che deve prepararsi per incontrare la ex-moglie. Il tema non è certo originale, come la struttura narrativa che vede i personaggi con le loro storie sfiorarsi o incontrarsi nell'arco di ventiquattro ore. Eppure il film ha una grazia che conquista subito e permette di entrare nelle vite dei protagonisti con leggerezza. Questo non le rende meno problematiche, anzi, l'ironia e la tenerezza dello sguardo consentono un approfondimento delle loro psicologie non viziato da giudizi morali. E così si ride e ci si commuove insieme ai personaggi, grazie anche all'interpretazione degli attori, alla colonna sonora, giusto contrappunto alle immagini, e ad una non convenzionale Parigi di sfondo.
Il film e' stato presentato due anni fa al Festival di Venezia ed esce in sordina con colpevole ritardo.
Sorta di Gusto degli altri in tono cupo, contrassegnato unatmosfera opprimente: il destino non solo nega ai personaggi ogni possibilità di speranza nel futuro, ma si diverte a metterli in situazioni che sarebbero semplicemente ridicole se non fossero tragiche.
Sebbene privo dell'elegante senso della geometria che caratterizza le opere della coppia Jaoui/Bacri, e pur presentando più di un punto morto, il film della Vernoux risulta abbastanza gradevole nel suo lieve pedinamento di queste esistenze comuni, scritte ed interpretate con sensibilità ed una punta di maniera. Nel cast spiccano Sergi Lopez e Jane Birkin.