Drammatico, Sala

UN GIORNO ALL’IMPROVVISO

TRAMA

Antonio ha diciassette anni e un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile.
A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam, una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo.

RECENSIONI

Ritratto d’ambiente (siamo nella provincia campana più problematica) attraverso la storia di una madre affetta da disturbi mentali, persa nell’ossessione di un uomo che l’ha lasciata (il padre del protagonista), di un abbandono a cui non ha mai saputo rassegnarsi, e che è riferimento instabile che il figlio tenta in tutti i modi di proteggere, mentendo anche ai servizi sociali.
Nella speranza di sfondare nel calcio professionistico e strapparla all’inesorabile deriva di un quartiere ammorbato da miseria, strozzinaggio e malavita, il figlio-padre non vuole guardare le difficoltà oggettive delle condizioni della genitrice: rifiutando la realtà, se la vedrà precipitare addosso, tutta insieme, “un giorno all’improvviso”.
D’Emilio, se vincola il racconto a un teorema fatale che sembra irrigidirlo in uno schema un po’ prevedibile (il riscatto sociale comporta un prezzo doloroso), ha il merito di mantenere la barra della scrittura dritta, mettendo in scena il racconto mai indulgente di un microcosmo familiare (e sociale), prosciugando i dialoghi, rispettando i personaggi e non eccedendo mai nella drammatizzazione. E sa affiancare a una precisa Anna Foglietta, una schiera di giovani interpreti tutti felicemente aderenti ai loro ruoli.