TRAMA
I maschi della famiglia Lake hanno la possibilità di viaggiare nel tempo. Una bella fortuna, non c’è che dire. Ma…
RECENSIONI
Richard Curtis, cantore della commedia romantica fin de siècle (ma il siècle è incerto, se non volutamente ambiguo), tenta una blanda deriva fantastica, ibridando il sempiterno girotondo di complicazioni sentimentali con il tema delle passeggiate temporali e degli infiniti (?) e paradossali mondi possibili che simili scorribande finiscono per generare. Si ritorna al futuro (ovvio) e i problemi sono ancora lì che attendono le pittoresche figurette di questo romanzo in salsa British, destinate (ovvio anche questo) a trovare pace nella consapevolezza che la vita è fatta per essere vissuta, non ripetuta e tanto meno corretta. Si vola alto, com'è facile vedere. Il tono è garbato, il sorriso bonario e complice e qualche annotazione (sebbene fin troppo sottolineata, come nel prologo) coglie nel segno, ma l'effetto complessivo è quello di un clone, o meglio, una stinta fotocopia di una commedia Disney anni Cinquanta, un oggetto fuori tempo massimo (tanto per rimanere in argomento) che incuriosisce nel suo essere ostentatamente démodé, ma non va oltre il raccontino grazioso e noiosetto, malgrado la confezione di lusso e gli interpreti di sicuro richiamo.