TRAMA
Pecker e’ un ragazzo con la passione della fotografia e gira per Baltimora collezionando scatti su scatti. Allestita una piccola mostra, il suo lavoro viene notato da una gallerista newyorkese. Da quel momento la sua vita cambia…
RECENSIONI
Waters come Almodovar: dopo i primi film, eccessivi e iconoclasti, passa ad opere ancora dense di spunti, più pacate nella forma e nel contenuto, con provocazioni meno urlate e acide, ma non per questo meno interessanti. Anzi. Già il sottovalutato La Signora Ammazzatutti ci aveva rassicurato sull'intatta carica eversiva del regista, sulla freschezza della sua inventiva. Con questa nuova opera, opportunamente recuperata dalla distribuzione italiana, il regista va decisamente oltre.
Com'è folle e amabile il mondo del giovane protagonista, nulla sfugge alla sua voracità di immagini: attraverso ii suo obiettivo ci presenta un'umanità strampalata, quadretti surreali che, filtrati dal gusto del paradosso e dal nuovo disincanto dell'autore, rivelano, nel fondo, una forte dose di verità.
Non perde smalto l'ex maestro del trash e dietro l'educata forma di un film a medio budget, senza rinnegare un passato birbante di rara forza caustica, affonda lo sguardo su una realtà plausibile imbrigliandola al filo rosso di una narrazione quasi classica (il ragazzo che coltiva una passione, che viene scoperto talentoso artista, che viene sommerso dal successo e dai soldi, perdendo tutte le cose autentiche di cui godeva in passato, per poi ritrovarle alla fine). Waters tocca a modo suo tutte le stazioni di questo schema abusatissimo e ne crea una personalissima e originale rivisitazione tra topi che si accoppiano, genitali femminili (visti ed evocati), un locale di spogliarello chiamato "Il covo del pelo" e una serie di figure irresistibili (la nonna col pupazzo da ventriloquo con le fattezze della Madonna è, con la sorellina drogata di dolci, l'invenzione più memorabile): Waters, con la maturità, sembra aver trovato una placidità e un distacco ironico invidiabili che si traducono in un film tenero, brillante, mai volgare, mai compiaciuto.
Pecker e' insomma delizioso, con buona pace dei nostalgici della spazzatura "pura".