TRAMA
Due ragazzini, Ellis e Neckbone, trovano una barca appesa a un albero su un isolotto lungo il corso del Mississippi. Nella barca vive Mud, un fuggitivo ricercato da poliziotti e sicari e innamorato di Juniper. Ellis e Neckbone aiuteranno Mud a fuggire e a ritrovare la sua amata.
RECENSIONI
“Ci sono forze feroci all’opera nel mondo, ragazzi. Il bene, il male, la cattiva sorte, la buona sorte. In quanto uomini, dobbiamo approfittarne quando possiamo”. Mud – ennesima impersonazione sudista di McCounaghey, scabra e musicale – è un cantastorie. Il suo corpo affaticato e la sua voce graffiata e ritmica segnano i tempi e le attese di un’avventura dietro l’altra. La volta che fu vicino alla morte per il morso d’un serpente di fiume. La bellissima Juniper, sua anima gemella da quando aveva dieci anni. La volta che Juniper fu picchiata dal suo uomo e Mud andò ad ammazzarlo. King, il terribile padre dell’uomo che Mud ha ucciso, un vecchio spietato al quale non bisogna assolutamente avvicinarsi. Mud è voce e corpo delle avventure che racconta e che fa vivere ai ragazzi che lo stanno ad ascoltare, Ellis e Neckbone, il primo più sensibile, nel mezzo della livorosa separazione dei genitori, il secondo più impregnato di una certa furbizia da strada, e orfano; entrambi figli del sud più profondo, l’Arkansas Delta fatto di agricoltura e pesce di fiume. Come moderni Tom Sawyer e Huck Finn, presi esplicitamente a modello da Jeff Nichols, i due vagabondano per il Mississippi con un’intesa perfetta, ottimamente resa dai due giovani attori, Tye Sheridan e Jacob Lofland. La scoperta della barca sull’albero e del fuggitivo Mud nascosto da sicari e polizia è il perfetto innesco per un’avventura da teenager alla vecchia maniera (c’è Mark Twain, senza dubbio, ma c’è anche l’alone lontano del cinema d’avventura per ragazzi degli anni 1980, Spielberg, Richard Donner, Joe Dante, Rob Reiner), che porterà i due ragazzini dall’infanzia alla vita adulta, come su una delle loro barche di legno tra i flutti torbidi del fiume.Nichols fissa però anche uno sguardo realistico sulle famiglie di operai, agricoltori e pescatori dell’Arkansas Delta: i barconi sul fiume, la vita selvatica, gli eremiti nascosti dal loro passato e dalle loro vite precedenti (come il Tom Blankenship interpretato da Sam Shepard, che prima di essere battezzato attore dal sudista Terrence Malick, è stato drammaturgo Premio Pulitzer con un dramma ambientato nel Midwest rurale). “Tutto ciò che viene dal Sud sarà definito grottesco dal lettore del Nord, a meno che non sia grottesco, nel qual caso sarà definito realistico”, ha scritto Flannery O’Connor, grande narratrice del Sud rurale e violento. Ma Nichols coltiva un equilibrio ben dosato tra il realismo sanguigno dei classici sudisti (da Faulkner a O’Connor) e la magica sospensione del genere avventuroso. L’equilibrio fa perno su una fotografia fluida che si muove tra l’uno e l’altro umore (l’avventuroso Mud e l’inaridito padre di Ellis) con la stessa agile naturalezza con cui la barca dei ragazzi solca il Mississippi. Il fiume è un personaggio ingombrante, forse un protagonista, e la sua fisicità cangiante – così come l’erbaccia e la terra che trascina – è l’ingrediente chiave dell’impasto visivo di Nichols. La natura – come nel precedente, ottimo Take shelter – è una presenza materica e spirituale allo stesso tempo, ma a differenza che in quel suo secondo film, non è una minaccia ma una sicurezza, anzi una sicurezza perduta, una nostalgia. Lo sguardo di Nichols è certamente influenzato da Malick, ma la sua intelligenza visiva resta al servizio dello storytelling. Rispetto al lavoro precedente il respiro è più ampio e pacato, l’intreccio più convenzionale e l’umore assai meno disturbante; il delicato incastro tra toni e generi, benché riuscito, toglie forse profondità al racconto; ma Nichols si conferma un autore con un enorme intuito per il racconto cinematografico.