Biografico, Drammatico, Recensione

LA MAJA DESNUDA

Titolo OriginaleThe naked Maja
NazioneU.S.A., Italia
Anno Produzione1959
Durata111’

TRAMA

Nella seconda metà del 1700, l’amore fra il pittore spagnolo Francisco Goya e Maria Teresa de Cayetana, Duchessa d’Alba: quest’ultima viene esiliata ma Goya la sostiene anche quando diventa il pittore di fiducia del Re.

RECENSIONI

L’eleganza di ambienti, costumi e fotografia (Giuseppe Rotunno), ispirata alle opere di Goya e tutta dovuta alle maestranze della co-produzione italiana (la Titanus gestisce i set italiani, le statunitensi United Artists e M-G-M distribuiscono), insieme alla bellezza di Ava Gardner, accresciuta dall’interpretare un personaggio tormentato e maledetto, potrebbero essere gli unici motivi di interesse in una pellicola che poteva, dato il protagonista decadente prescelto (potenziale fonte di tormenti etici e artistici originali e arditi), osare molto di più. La sceneggiatura di Norman Corwin e Giorgio Prosperi (rimaneggiata quasi completamente, però, da Koster e dal produttore Goffredo Lombardo), tratta da un romanzo di Noel Gerson, ha visto anche la collaborazione non accreditata di Albert Lewin (che avrebbe dovuto dirigerlo), esperto in bizzarre biografie di artisti, ma sotto la direzione del buonista Henry Koster la drammaturgia finisce per privilegiare gli aspetti melodrammatici più convenzionali, indugiando su languori tediosi e fiabeschi senza fare di quest’ultimi una cifra stilistica cosciente e ammissibile in una tipica produzione commerciale fondata su cliché (su tutti: Goya era cinquantenne e sordo nel periodo ritratto nel film), ben esemplificata dalle battute finali per cui la Spagna vivrà attraverso Goya e Goya vivrà attraverso Alba, la maja desnuda.