TRAMA
Mitch, neolaureato in Legge ad Harvard, è assunto da un prestigioso studio legale e riempito di gratifiche e soddisfazioni. Trascura la moglie e scopre il marcio dietro alla rispettabilità dei suoi colleghi avvocati.
RECENSIONI
Sceneggiato da nomi autorevoli quali il commediografo David Rabe (una stesura di cui è rimasto poco e niente nel montato), David Rayfiel e Robert Towne, il film di Sydney Pollack traduce l’omonimo romanzo di John Grisham (1991) cambiandone il finale (dai Caraibi alla sospensione da suspense) e, pur nella condivisione d’intenti edificanti, dipingendo un protagonista più integro dell’originale (nessun crimine, furto, colpa non confessata). Drammaturgia solida, oblunga, priva di sbavature quanto priva di nerbo: con soggetti simili (da I Tre Giorni del Condor per tensione a Diritto di Cronaca per morale) Pollack ha spesso dimostrato la propria maestria, ed era lecito aspettarsi un’opera meno soporifera, irrigidita e limata che ha poco di nuovo da dire sia nei temi principe, sia nello spessore delle caratterizzazioni, sia a livello di action/thriller. La differenza, quella che ha accalappiato il pubblico accorso a vederlo nei cinema, la fanno i nomi nel cast e la bravura del regista nel dirigere le recitazioni, per quanto anch’esse siano affette dalla generale impostazione costruita di un’impalcatura da manuale. Purtroppo, da La Mia Africa in poi, Pollack s'è adagiato in una classicità pedante e poco stimolante.