
I CASI DEL PRIMO TRIMESTRE
Nuova stagione, nuovo approccio agli “altri” film del periodo, quelli che non sono entrati in top-10 ma hanno avuto modo di distinguersi e di farsi notare, nel bene e nel male. L’ordine di esposizione è in base alla data di uscita e solo per questa sezione gli incassi sono conteggiati al 26 ottobre 2017.
(data di uscita 31 agosto 2017 – incasso € 123.205)
È il film scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar. Non è stata una decisione facile, perché nessun titolo sembrava avere le carte giuste per poter ambire a un premio popolare ma di qualità come gli Oscar. Nemmeno l’opera dell’italo-statunitense Jonas Carpignano pare averle, però ha il consenso della critica fin dalla sua presentazione a Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs e, soprattutto, il beneplacito di Martin Scorsese, tra i produttori del film. Sulla carta le chances sono poche, ma come sempre tutto può succedere. Arriva nelle sale il 31 agosto, un mese prima dell’annuncio che rappresenterà l’Italia agli Oscar, ed esce in poche copie (27) senza lasciare particolare traccia. La Acedemy Two che lo distribuisce non sfrutta il risalto della notizia bomba, nonostante la grande rilevanza mediatica, e l’opera continua a vagare in poche copie e senza direzione nelle retrovie del box-office, sempre fuori dalla top-20. Vista la curiosità destata avrebbe di sicuro potuto ottenere numeri maggiori.
BABY DRIVER – IL GENIO DELLA FUGA
(data di uscita 7 settembre 2017 – incasso € 1.795.125)
Non è un sequel, non ci sono supereroi, e c’è Kevin Spacey (pre scandalo, va detto). Eppure è stato un grande, e in parte inatteso, successo: 107,8 milioni di dollari negli U.S.A., altri 119,1 negli altri mercati, per un totale di 226,9 milioni di dollari che lasciano un ampio margine di guadagno sul budget di 34 milioni di dollari. Il merito è tutto della regia di Edgar Wright che rivisita un genere abbastanza trito (crime story con inseguimenti) grazie a un approccio originale, prima di tutto musicale. Ed è proprio la personale colonna sonora del protagonista a imprimere ritmo all’azione e dare freschezza a un intreccio standard. Poi non mancano i cliché, ma siamo comunque dalle parti di un intrattenimento sopra la media. A fare centro è ancora la Warner Bros (seconda, per ora, nel 2017, per quanto riguarda gli incassi, dietro alla Universal), che forse anticipando l’uscita a un periodo meno denso di concorrenti avrebbe potuto ottenere un risultato ancora migliore. A livello internazionale i picchi sono Cina e Regno Unito (entrambi con 16,5 milioni di dollari), e Australia (10,5 milioni di dollari).
LA FRATELLANZA
(data di uscita 7 settembre 2017 – incasso € 1.969.513)
Strano destino quello del film dell’ex stuntman Ric Roman Waugh, uscito con il contagocce, ignorato praticamente ovunque, in alcuni paesi (Germania) giunto direttamente in DVD e invece, in Italia, capace di distinguersi nell’affollato periodo di inizio settembre, in cui nella data del 7 sono usciti ben 13 titoli. Gli unici motivi razionali di un’attenzione così superiore alla media sono fondamentalmente tre: un buon lancio della Notorius, che trova le sale giuste (237) per valorizzarlo; il genere carcerario, che ha da sempre i suoi estimatori; e Nikolaj Coster-Waldau nel ruolo di protagonista. Vi state domandando chi è Nikolaj Coster-Waldau? Diventato famoso in patria, cioè in Danimarca, con l’horror Il guardiano di notte, è noto a livello internazionale soprattutto come il Jaime Lannister della serie televisiva Il Trono di Spade, in cui compare fin dalle origini del 2011, quindi in ben 67 episodi. Uno dei rari casi in cui si può affermare che la televisione ha aiutato il cinema.
(data di uscita 21 settembre 2017 – incasso € 2.036.978)
E intanto Sofia Coppola non sbaglia un film. Da pecora nera dai natali prestigiosi a diva ultra glam che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Un mistero della fede. Anche il nuovo film, personale rivisitazione de La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel, segue la scia degli applausi, vince il Premio per la Migliore Regia a Cannes, riceve recensioni ultra lusinghiere e si prenota un posto ai Golden Globe e agli Oscar. Troppo? Probabilmente sì, ma sarà il tempo a deciderlo. Intanto il pubblico, attirato da tanto entusiasmo (e da un cast stellare), risponde all’appello. Nessun superlativo negli incassi mondiali (27,7 milioni di dollari), ma distribuzione capillare e capacità di rientrare senza problemi del budget di 10 milioni di dollari. L’Italia segue il trend grazie alla Universal che sembra credere molto al film e lo distribuisce in 362 schermi. Debutto al quarto posto del week-end con buona media per sala (€ 2.439); alla seconda settimana le sale aumentano (412) ma la media dimezza (€ 1.239) e il film scende al quinto posto nel box-office settimanale. Alla terza settimana il tracollo: 13° posto e media per sala a € 783. Passaparola evidentemente non premiante.
(data di uscita 28 settembre 2017 – incasso € 573.515)
Era uno dei titoli più attesi al festival di Venezia, ma l’accoglienza non è stata delle migliori. Piaciuto poco alla critica (si distingue la nostra redazione), anche il pubblico non è accorso, nonostante la presenza della star più pagata del pianeta. Ma evidentemente non è stata sufficiente la presenza di Jennifer Lawrence, di un cast all star (tra cui Javier Bardem, Michelle Pfeiffer, Ed Harris) e la firma di Darren Aronofsky (per una nicchia autore di culto, per altri il regista de Il cigno nero, per la maggior parte l’attuale compagno della Lawrence) per trasformare il film in un successo. Esce negli U.S.A. a metà settembre in 2.368 schermi e debutta al terzo posto, alla seconda settimana scende al quinto, alla terza è già al decimo e comincia a perdere schermi (528) per poi uscire di scena, totalizzando nelle sei settimane in cui è programmato 17,8 milioni di dollari. In Italia arriva a fine settembre e debutta al nono posto del box-office con una media non entusiasmante (€ 1.197 in 271 sale); la settimana successiva è già al sedicesimo posto. Il totale mondiale di 44,4 milioni di dollari non ripaga il budget di 30 milioni di dollari. Distribuzione più o meno in tutto il mondo ma numeri bassi ovunque. Escludendo gli U.S.A. l’incasso più alto è quello del Regno Unito con 3,1 milioni di dollari.
(data di uscita 5 ottobre 2017 – incasso € 160.820)
Fa parlare il film di Robin Campillo, Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, soprattutto per il tweet di Teodora che dopo i risultati non esaltanti ottenuti nel nostro paese scrive “Fiasco in Italia per #120BattitiAlMinuto che nel mondo riempie le sale: e anche la comunità LGBT diserta il film. Ve lo meritate Adinolfi”. Provocazione o considerazione impulsiva e sincera? Probabilmente un ultimo tentativo, caduto però nel vuoto, per attirare la luce dei riflettori mediatici sul film. Uscito il 5 ottobre in appena 40 sale il film di Campillo si posiziona 18º al box-office nel primo week-end di programmazione con una media, non disprezzabile, di € 1.675. Probabilmente le attese erano superiori, e il progetto era di aumentare il numero delle copie grazie alla solidità della media per sala al debutto, invece Teodora alla seconda settimana riduce gli schermi a 31 e il film scivola al 20º posto per poi uscire presto di scena. Strategia non proprio vincente per dare visibilità a un prodotto in cui si crede. Inutile quindi il confronto con la Francia, patria del regista, in cui il film ha incassato 6,1 milioni di dollari ma è partito da 283 sale per poi raggiungerne 520 nell’arco di cinque settimane. Peggio dell’Italia gli Stati Uniti in cui il film incassa briciole (38.775 dollari) ed esce solo in cinque sale.
(data di uscita 12 ottobre 2017 – incasso € 134.181)
Ha aperto, e vinto, la sezione Orizzonti al Festival di Venezia, è stato accolto da recensioni positive ed è uno dei pochi titoli italiani che osa varcare i confini del belpaese per pensare in grande, raccontando un’icona internazionale. Pur destinato, almeno sulla carta, a un pubblico di nicchia, sembrava comunque in grado di ottenere numeri più che dignitosi, invece faticherà a raggiungere i 200 mila euro. Non ha aiutato la strategia adottata dalla I Wonder Pictures con un lancio supportato da un notevole risalto pubblicitario ma limitato, nel week-end di debutto, a soli 13 schermi. L’idea era probabilmente quella di valutare la media (buona, € 2.246), migliore di tutti i film presenti in top-20, per poi aumentare gli schermi, creando così curiosità intorno al film, cosa che è avvenuta perché gli schermi alla seconda settimana sono diventati 45. La media per sala si è però dimezzata (€ 1.156), creando una sorta di stallo che ha posto fine alla vita commerciale del film, alla terza settimana in 21 schermi e con una media ancora in calo (€ 826). Ovviamente considerazioni più facili da fare a posteriori che nel momento in cui si decide la strategia di lancio di un film, sta di fatto che l’avere pochi schermi al debutto ha finito per penalizzare il film, evidentemente a livello commerciale non forte a sufficienza per imporsi a macchia d’olio grazie al passaparola positivo. Speriamo, a questo punto, che riesca a rifarsi sul mercato internazionale.
(data di uscita 12 ottobre 2017 – incasso € 2.153.984)
Il thriller nordico tira sempre, anche quando il progetto non è particolarmente riuscito. Se poi si aggiunge una star come Michel Fassbender il richiamo si fa ancora più forte. Chissà perché si è deciso di partire dal settimo romanzo della serie Harry Hole, scritta da Jo Nesbø, e non dal primo, comunque sia il progetto, inizialmente destinato a Martin Scorsese (che resta in veste di produttore), non convince la critica, che lo stronca all’unanimità, mentre richiama, almeno al’inizio, il pubblico, attirato dalla combine atmosfera norvegese, serial killer, mistero. In Italia debutta in 429 schermi, al secondo posto del box-office, con media più che dignitosa (€ 2.098, la più alta della top-20) e alla seconda settimana perde solo il 30% degli incassi e due posizioni in classifica. Il tracollo avviene alla terza settimana, quando il passaparola comincia a produrre i suoi esitivi non propriamente positivi e, soprattutto, arriva nelle sale un prodotto affine ma più riuscito, il nostrano La ragazza nella nebbia: -66% negli incassi, nona posizione al box-office settimanale e inizio dell’uscita di scena. Flop in America, dove raggiunge 1.815 schermi per un misero bottino di 6,6 milioni di dollari, e flop globale, perché i mercati internazionali incidono sul totale di 36,4 milioni di dollari nella misura dell’81,7%, ma sono insufficienti a consentire un recupero del budget di 35 milioni di dollari. In Norvegia, dove è ambientato, incassa 3 milioni di dollari e si posiziona 11° nella classifica dei più visti del 2017 (al top è La bella e la bestia con 4,6 milioni di dollari).
DAVID GILMOUR – LIVE AT POMPEII
(data di uscita: dal 13 al 15 settembre – incasso € 714.477)
Sono sempre di più gli eventi proposti e alcuni riescono a imporsi in modo sorprendente grazie a un’ottima promozione che si dimostra in grado di raggiungere le nicchie, a cui sono principalmente destinati. Nicchie che numericamente hanno il loro peso, perché in soli tre giorni feriali il meglio delle esibizioni del 7 e 8 luglio 2016 di David Gilmour presso il leggendario anfiteatro di Pompei (a 45 anni dalla storica e mitica esibizione Pink Floyd Live at Pompeii) attira quasi 50.000 spettatori. Tra l’altro a un prezzo medio del biglietto di € 14,63. Un evento che rivoluziona il box-office nelle tre giornate in cui è proposto: mercoledì 13, primo posto (ovviamente considerando gli incassi, come presenze fanno il doppio di spettatori sia Cattivissimo me 3 che Dunkirk); giovedì 12, secondo posto, dietro a Cars 3 al debutto, posizione che mantiene anche nella terza giornata di programmazione.
LOVING VINCENT
(data di uscita: dal 16 al 18 ottobre – incasso € 1.321.602)
Il vero dominatore degli eventi è Loving Vincent, lanciato come “primo lungometraggio interamente dipinto su tela” in grado quindi di raccontare un artista attraverso le sue opere. Un’immersione dello spettatore nelle ultime settimane di vita di Vincent van Gogh. Il vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy avrebbe potuto essere distribuito normalmente, ma difficilmente il risultato sarebbe stato così straordinario. Primo posto al box-office in tutte le giornate in cui è programmato con incassi crescenti: € 251.818 (lunedì 16), € 367.645 (martedì 17), € 490.692 (mercoledì 18). Cinema presi d’assalto, con un prezzo medio del biglietto di € 9,23. Il successo è stato tale che alcune sale hanno continuato a proporlo anche nei giorni successivi ed è stata prevista una replica ufficiale nel mese di novembre. Un perfetto esempio di operazione riuscita. Nel mondo è andata diversamente. Negli U.S.A. ha goduto di 52 giorni di programmazione che hanno raggiunto 212 schermi e ha incassato 3,9 milioni di dollari. Complessivamente al box-office ha incassato 9,5 milioni di dollari, insufficienti a rientrare del budget di 5,5 milioni di dollari, ma la distribuzione mondiale è in corso e non dovrebbe avere difficoltà a pareggiare almeno i conti. Finora, escludendo gli Stati Uniti, l’Italia è il paese al mondo in cui l’incasso è stato maggiore, e in soli tre giorni.
MONSTER FAMILY
(data di uscita 19 ottobre 2017 – incasso € 1.277.210)
Quando si parla di animazione pensiamo subito a Disney, o Pixar, eventualmente Dreamworks, al limite Blue Sky, di recente anche Illumination, ma comunque America, invece il mondo è per fortuna grande e ci sono anche prodotti di altre nazionalità che si affacciano sul mercato e provano a imporsi. Uno di questi è il tedesco Monster Family, tratto dal best seller di David Safier “La mia famiglia e altri orrori”. Le critiche lo massacrano, accusandolo di puntare tutto sulle derive scatologiche e di limitarsi a scimmiottare i modelli d’oltreoceano, ma il pubblico dei più piccoli accorre numeroso e dimostra di gradire, più dei genitori che non si trovano il prodotto trasversale in grado di piacere anche a loro. Il cotè mostruoso ben si adatta al periodo di uscita, con Halloween imminente, e il film debutta al secondo posto del week-end per poi perdere solo il 42% la seconda settimana. Arriva a fine trimestre con ancora cartucce da sparare. Al regista Holger Tappe dobbiamo i tutt’altro che memorabili Gaya, Impy e il mistero dell’isola magica e Animals United. In Germania ha incassato 4,7 milioni di dollari ed è al 45° posto nella classifica dei più visti dell’anno.
(data di uscita 19 ottobre 2017 – incasso € 215.658)
Film poco fortunato del celeberrimo Walter Hill che nonostante un cast di tutto rispetto (Sigourney Weaver e Michelle Rodriguez tra gli altri) e un genere, il revenge movie, che ha i suoi estimatori, non ha avuto vita commerciale facile. Dopo la presentazione al Festival di Toronto a settembre 2016, dove è stato mediamente stroncato, è stato distribuito on-demand su internet in molti territori (America, Regno Unito, Francia) diventando la classica patata bollente. Anche in Italia, nel listino Notorius, era previsto nell’estate di quest’anno con il titolo Revenger ma è stato rimandato all’autunno. Strategia comprensibile, visti gli esiti estivi di molti titoli, ma non vincente. Un film sulla carta assimilabile come Black Butterfly, infatti, sempre distribuito da Notorius, ha ottenuto proprio in estate qualche numero in più (265 mila euro). L’affollamento di ottobre non lo ha quindi aiutato. Con 167 schermi a disposizione debutta al 12º posto del box-office con una media per sala modesta (€ 846) che di fatto lo proietta verso l’oblio. La seconda settimana perde infatti 133 schermi e crolla in 24esima posizione.
Gli unici titoli italiani che superano il milione di euro sono, pur con gradazioni differenti, tre commedie: Il colore nascosto delle cose, Ammore e malavita e Chi m’ha visto. Numeri complessivamente bassi che sostanziano la mancanza di complicità, già più volte sottolineata, con il pubblico nostrano. Qualcosa cambia con l’uscita del thriller La ragazza nella nebbia a fine ottobre, ma avrà effetti solo nel secondo trimestre della stagione, quando forse sarà più chiaro anche l’impatto dei decreti attuativi della nuova legge sul Cinema e l’Audiovisivo promossa dal ministro Dario Franceschini.
Riusciranno pioggia, freddo e festività natalizie ad aggiustare i numeri volgendoli in positivo? Lo speriamo. Non dimentichiamo che la sopravvivenza del cinema dipende prima di tutto da noi e dalle nostre scelte, quindi osiamo e, comunque, non perdiamo l’abitudine di gustarci un film su uno schermo grande da condividere con sconosciuti attirati dalla stessa magia.
Non mi resta che augurarvi, come al solito, buone visioni, su queste pagine e in sala.
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