
(dal 1º novembre 2019 al 31 gennaio 2020)
Dopo mesi di profondo rosso si festeggia l’arrivo del sole nel box-office nazionale, con dati in crescita rispetto al 2019 e il segno più presente in tutti e tre i mesi del II trimestre. Merito di Checco Zalone e del suo discusso Tolo Tolo, ma anche di un rinnovato interesse nei confronti del cinema nazionale, quello in grado di fare la differenza sui numeri. Un cinema che si è dimostrato finalmente capace, grazie a un’offerta varia e non solo limitata alla commedia, di interessare un’ampia fascia di pubblico.
A livello di tendenze sembra sempre più radicata quella di muoversi da casa solo ed esclusivamente per andare incontro all’evento, il film che ti fa stare al centro del mondo, perlomeno il tuo e quello dei tuoi contatti, quello su cui confrontarsi, parlare, discutere. Tutto può essere trasformato in evento, e non per forza per meriti cinematografici, pensiamo al successo di Chiara Ferragni con il suo documentario autopromozionale Unposted (nelle sale per soli tre giorni in cui ha rischiato di mettere in ombra il debutto del nuovo Tarantino) o a quello dei due youtuber Luì e Sofì nel progetto a target under-10 Me contro te. Fenomeni su cui molti si limitano a storcere il naso, invece interessanti per capire come il mercato si sta muovendo e dove sta andando e che nulla tolgono al cinema tradizionale che dimostra comunque di essere al centro dell’interesse degli spettatori.
Dispiace solo per il cinema d’essai, definizione quanto mai vaga, diciamo per il cinema non di sola evasione ma anche in grado di farci riflettere, di scuoterci, disturbarci, ferirci, di rischiare, e anche di adottare forme di racconto meno tradizionali di quelle a cui siamo abituati. Sono davvero troppo pochi, infatti, i titoli in grado di ritagliarsi uno spazio sufficiente a garantire la sopravvivenza di questo comparto, di farlo uscire dai confini dei festival in cui una bolla critica parla soprattutto a se stessa con la certezza di essere, sempre, nel giusto e di saper vedere un po’ più in là degli altri. Per un Parasite che viene giustamente incensato e riesce a parlare a tutti grazie al suo linguaggio trasversale e universale, sono troppi i titoli che fanno capolino senza trovare spettatori disposti a lasciarsi incuriosire.
In base a confronti e analisi di dati statistici sembra che tutto ciò dipenda dall’affermazione delle pay-tv, i canali streaming per intenderci, che hanno trasformato la tv e la visione casalinga nello spazio di riflessione e il cinema in un fenomeno di pura evasione, dove a dominare sono i film spettacolari, gli universi cinematici popolati da supereroi e le saghe fantastiche.
Una tendenza forse fisiologica ma anche un po’ preoccupante, soprattutto per chi non vive la sala esclusivamente per i fuochi d’artificio, quindi per i film ad alto tasso di spettacolarità in sale super evolute tecnologicamente. È comunque ancora presto per trarre conclusioni, tutto è, come sempre del resto, in curioso divenire.
Prima di entrare nel dettaglio dei singoli mesi non possono però mancare le imprescindibili fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful. Si ricorda inoltre che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2018 (o 2019 nel caso di gennaio) e i dati sono aggiornati, ove possibile al 31 gennaio 2020, ove impossibile alla data più vicina.
NOVEMBRE
Buono l’andamento di novembre con incassi in crescita del 10,29% e biglietti del 10,84%. È un mese ricchissimo di uscite e ci sono parecchi titoli che vanno bene senza strafare, con incassi tra i 5 e i 6,5 milioni di euro (La famiglia Addams, Il giorno più bello del mondo, Cetto c’è senzadubbiamente), più un nutrito numero di opere che si collocano nella fascia media tra 1,5 e 3,5 milioni di euro, alcuni deludendo (Le Mans ’66, L’uomo del labirinto, Doctor Sleep, Terminator – destino oscuro), altri sorprendendo (Parasite), altri ancora rispettando le lecite aspettative (L’ufficiale e la spia). Non decollano, invece, a livello di incassi alcuni film d’autore che godevano della visibilità di festival importanti: Berlino (Light of my Life incassa 278 mila euro, forse un azzardo proporlo in 209 schermi), Cannes (L’età giovane con 145 mila euro in 66 sale, La famosa invasione degli orsi in Sicilia con 380 mila euro in 184 sale) e Roma (Motherless Brooklyn – I segreti di una città, film di apertura con 750 mila euro in 266 sale). Tra gli eventi si distinguono Vasco NonStop Live 018+019 (dal 25 al 27 novembre e poi riproposto il 10 e 11 dicembre per un totale di 728 mila euro) e Frida. Viva la vida (dal 25 al 27 novembre) che supera i 400 mila euro e conferma l’appeal intramontabile dell’artista messicana. Non male anche il documentario emozionale Depeche Mode: Spirits in the Forest che in sole due giornate (21 e 22 novembre) incassa 326 mila euro.
DICEMBRE
Anche il mese di dicembre conferma il trend positivo: incassi in aumento del 13,74% e presenze del 15,19%. A fare la differenza sono i film di Natale che vanno molto bene e alcuni grandi successi italiani. Lo abbiamo sempre sottolineato, la mancanza di un prodotto forte nazionale è ciò che ha sempre fatto la differenza impedendo alle percentuali di impennarsi. E a dicembre accade il miracolo grazie ai risultati straordinari di Il primo Natale, Pinocchio e al buon riscontro per La dea fortuna e L’immortale. Ovviamente non manca il cinema a stelle e strisce con gli incassi milionari di Jumanji – The Next Level che fa addirittura meglio del suo predecessore, e quelli altrettanto milionari, ma in netto calo rispetto ai suoi standard, di Star Wars – L’Ascesa di Skywalker. Tra le delusioni del periodo, invece, la commedia romantica Last Christmas (2,2 milioni di euro in 323 sale), Midway (1,1 milioni di euro in 308 sale) e anche il nuovo film di animazione targato Blue Sky Spie sotto copertura (poco più di un milione di euro in 260 sale) che evidentemente risente del limbo in cui era caduto dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney. Continua a soffrire il cinema d’essai che non beneficia del rinnovato entusiasmo del periodo: il maggiore incasso è Il mistero Henry Pick (550 mila euro in 53 sale), e insieme a lui non decollano né Ritratto della giovane in fiamme (402 mila euro in 90 sale), né l’acclamato, e un tantino sopravvalutato, The Farewell (370 mila euro in 52 sale) che con la sua misurata ricetta di buoni sentimenti e confronto geografico e generazionale sembrava adattissimo per il periodo natalizio. Briciole, poi, per Che fine ha fatto Bernadette? (270 mila euro in 267 sale), Dio è donna e si chiama Petrunya (190 mila euro in 27 sale) e Il paradiso probabilmente (103 mila euro in 30 sale). Qualcosa di meraviglioso era il film perfetto per le feste a target famiglie ma non ha avuto il giusto indirizzamento e disperde nel poco il suo potenziale (185 mila euro in 67 sale). Tornano nelle sale anche I Goonies che in tre giorni, dal 9 all’11 dicembre, incassano 308mila euro.
GENNAIO
Come prevedibile è il mese dei superlativi. Tolo Tolo galvanizza il mercato e il suo andamento impenna le percentuali: incassi in crescita del 33,95% e presenze del 33,64%. Si tratta del terzo maggior risultato degli ultimi dieci anni. Significativo il dato relativo alla quota del cinema italiano che grazie a Checco Zalone, ma anche all’ottimo andamento di Pinocchio e Il primo Natale nella prima parte del mese e Me contro te e Hammamet nella seconda, raggiunge il 72,31%, un dato che non si raggiungeva dal 1995. Tra gli altri titoli si segnala il buon andamento di Piccole donne e l’apprezzamento per Jumanji: The Next Level, superiore alle aspettative e al precedente Jumanji. Finalmente, poi, un titolo d’essai che supera di slancio il milione di euro. È Sorry We Missed You di Ken Loach che trova riscatto nel nostro paese dalla tiepida accoglienza ricevuta a Cannes. A fine mese arrivano 1917 e Figli, entrambi e per ragioni diverse molto attesi, e partono con il piede giusto.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2019 AL 31 GENNAIO 2020
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 TOLO TOLO – € 45.866.489 – 6.618.671
2 IL RE LEONE – € 37.509.923 – 5.692.812
3 JOKER – € 29.405.456 – 4.202.159
4 FROZEN II – € 19.019.979 – 2.946.405
5 IL PRIMO NATALE – € 15.343.443 – 2.363.227
6 PINOCCHIO – € 14.928.710 – 2.247.702
7 STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER – € 13.220.685 – 1.774.718
8 MALEFICENT – SIGNORA DEL MALE – € 12.376.149 – 1.874.276
9 JUMANJI: THE NEXT LEVEL – € 12.272.283 – 1.734.576
10 C’ERA UNA VOLTA A…HOLLYWOOD – € 11.896.980 – 1.718.913
Classifica completamente rivoluzionata con l’arrivo di tanti nuovi campioni di incassi. Del trimestre precedente restano Maleficent – Signora del male che consolida il suo risultato confermandosi non il flop che si pensava (anche a livello internazionale con un totale di 491,7 milioni di dollari), C’era una volta a… Hollywood che per un soffio non diventa il maggiore successo commerciale di Quentin Tarantino (vedi specifico Barometro dedicato), Joker che come spettatori supera Avengers: Endgame che ha beneficiato di biglietti dal costo più alto, e Il re leone che cede lo scettro al ciclone Zalone ma conferma la sua eccezionalità. Escono quindi dalla classifica, come previsto, Il piccolo Yeti, Gemini Man, Mio fratello rincorre i dinosauri (che nelle sale di provincia e grazie a proiezioni per le scuole continua ad andare forte facendo addirittura nuovamente capolino in qualche box-office giornaliero), Attacco al potere 3, Fast & Furious – Hobbs & Shaw (guardatevi dal chiamarlo flop, ha incassato globalmente 758,9 milioni di dollari) e anche It – capitolo due che si conferma invece un po’ deludente rispetto al capitolo 1.
Analizziamo ora le nuove entrate partendo dalla posizione più bassa.
Irrompe al nono posto Jumanji: The Next Level, sequel fotocopia del precedente Jumanji – Benvenuti nella giungla, a sua volta remake del film del 1995 con Robin Williams. Operazione inevitabile dopo che il primo ha incassato globalmente 962,1 milioni di dollari. Il sequel rischia pochissimo e ripropone ad appena due anni di distanza un film molto simile al precedente con solo l’aggiunta di nuovi personaggi. Punta ancora una volta tutto sul cast ben assemblato e su gag moderatamente divertenti che hanno perlomeno il pregio di funzionare. Il risultato continua a brillare con un totale mondiale, a programmazione ancora in corso, di 741,6 milioni di dollari. In Italia supera addirittura il capostipite che si era “fermato” a 10,3 milioni di euro.
Settima posizione per il discusso Star Wars: l’ascesa di Skywalker. Il nono film della serie, capitolo conclusivo della terza trilogia, soprannominata “sequel”, ha un bel po’ di gatte da pelare: concludere degnamente una saga che ha colonizzato l’immaginario del pianeta e ha moltissime appendici tra libri e serie tv derivative, dare quindi degno spazio a innumerevoli personaggi e trovare un approccio in grado di bilanciare il geniale reboot/remake/sequel Il risveglio della forza di J. J. Abrams con il nuovo corso adottato da Rian Johnson in Gli ultimi Jedi. Per tentare il miracolo, l’arduo compito viene affidato nuovamente ad Abrams, ma il risultato appaga solo in parte. Fa sicuramente parlare la fan base, divisa tra condanna e approvazione, ma i nostalgici e il pubblico meno motivato sonnecchiano o escono dalla sala (in cui, comunque, continuano ad andare) più frastornati che convinti. E il passaparola non lo premia. Il risultato, a sfruttamento ancora in corso, sarebbe straordinario per qualsiasi altro film (più di un miliardo di dollari worldwide), ma da un film conclusivo, di una saga come Star Wars poi, le aspettative erano che superasse i precedenti. Invece Gli ultimi Jedi aveva ottenuto 1300 milioni di dollari (di cui 620 milioni di dollari in U.S.A.) e Il risveglio della forza aveva superato addirittura i 2 miliardi di dollari worldwide e negli U.S.A. aveva incassato 936,6 milioni di dollari diventando il maggiore incasso nazionale di tutti i tempi. L’Italia si allinea al trend mondiale discendente, considerando che Il risveglio della forza aveva superato i 25 milioni di euro e Gli ultimi Jedi i 15 milioni di euro. La critica reagisce peggio del pubblico. È evidente guardando le recensioni su Rotten Tomatoes: solo 52% positive quelle della critica mentre quelle del pubblico sono nettamente migliori (86%). Più omogeneo Metacritic in cui il voto della critica è 5,3 e quello del pubblico 4,9.
Sesto posto per un film che era una scommessa: Pinocchio. Un autore come Matteo Garrone chiamato a dirigere una delle fiabe più celebri e rappresentate. Un vero e proprio rischio, cavalcato con grande aderenza al testo letterario e una misura miracolosa. Operazione quindi riuscita e anche apprezzata dal pubblico. Il giorno di Natale è secondo, dietro a Ficarra & Picone, mentre a Santo Stefano raggiunge la prima posizione. Il primo dell’anno, contro un Checco Zalone che impera, si difende comunque bene in terza posizione e dalla sua data di uscita al 6 gennaio non scende mai al di sotto della terza posizione del box-office giornaliero. Finite le feste il più è fatto ma il mese di gennaio gli consente di consolidare ulteriormente il proprio risultato aggiungendo un ulteriore milione di euro. Ora lo aspettano i mercati internazionali. La strada è quindi ancora lunga per Pinocchio e comincia con la presentazione a pubblico e critica della Berlinale.
Quinta posizione per Ficarra & Picone che confermano il loro trend ascendente. Il primo Natale diventa infatti il maggiore successo commerciale del duo comico palermitano. Il risultato era nell’aria dopo il grande apprezzamento del pubblico per L’ora legale, loro precedente film e maggiore successo italiano del 2017 con 10,1 milioni di euro. Ottima la strategia di Medusa di piazzare un pezzo forte come questo film, inevitabilmente legato al periodo natalizio, a breve ma sufficiente distanza da un pezzo fortissimo come Tolo Tolo (sempre distribuito da Medusa) in modo da consentirgli di esercitare al meglio il suo potenziale commerciale. Il film esce il 12 dicembre e resta in prima posizione fino all’uscita di Star Wars – L’ascesa di Skywalker, domina nel giorno di Natale e fino al 30 dicembre non scende mai al di sotto del 3° posto del box-office giornaliero. Con l’Epifania esaurisce gradualmente la sua presenza nelle sale e, causa posizionamento degli altri titoli italiani dai grandi incassi (Pinocchio esce una settimana dopo e Zalone è già nel 2020), riesce a diventare il maggiore incasso italiano del 2019. Supera infatti 10 giorni senza mamma che fino a dicembre, con 7,4 milioni di euro, occupava la prima posizione.
Fino a pochi mesi fa, con 1.280 milioni di dollari, Frozen era il film di animazione con il maggiore incasso nella storia del cinema. A superarlo è arrivato Frozen 2 che in poco tempo ha raggranellato ben 1.430 milioni di dollari posizionandosi al 10° posto. Insomma, tutto il mondo ama incondizionatamente Elsa e Anna e i sei anni di distanza tra i due film hanno permesso di imbastire un racconto che non si accontenta di cavalcare l’onda del successo rimestando nel noto, ma prova ad approfondire i personaggi e ad aggiungere novità. Tra i mercati più remunerativi si segnalano oltre agli States (472.3 milioni di dollari) quelli orientali, soprattutto Giappone (117,2 milioni di dollari), Cina (122,3 milioni di dollari) e Corea del Sud (97,5 milioni di dollari). Ma si tratta di un film incentrato su personaggi in grado di piacere a ogni latitudine. In Italia l’entusiasmo è pari a quello per il primo capitolo, con incassi sostanzialmente in linea.
In vetta non poteva che esserci Checco Zalone che con Tolo Tolo compie un’interessante operazione mediatica. Fa infatti uscire un non trailer, il video della canzone “Immigrato”, che titilla la destra, mentre invece fa un film che titilla la sinistra. C’è chi ci ha visto una grande presa di posizione politica, chi invece il solito ammiccare un po’ qui e un po’ là per non scontentare nessuno e soprattutto attirare tutti. E tutti sono infatti accorsi. E subito. Dei 45,8 milioni di euro incassati al 31 gennaio, infatti, ben 21,4 arrivano con il primo fine settimana ed è record per il primo giorno di programmazione con un incasso (che include anche gli spettacoli notturni del 31 dicembre 2019, va detto) di ben 8,6 milioni di euro. Per un paio di settimane non si parla d’altro, le 1.000 e passa sale che lo programmano sono strapiene e gli esercenti festeggiano gaudenti il loro paladino. I 65,2 milioni di euro di Quo Vado?, però, restano un obiettivo lontano, ormai impossibile da raggiungere.
A seguire:
Buona lettura.