Drammatico, Recensione

FEARLESS (1993)

TRAMA

Scampato ad un terribile incidente aereo, Max Klein ora si sente invulnerabile ed è determinato a vincere qualsivoglia paura. Aiuta una donna che, in quella catastrofe, ha perso il figlio.

RECENSIONI

L’esaltazione post-traumatica, con il cinema di Peter Weir, acquista un sapore “magico” e misticamente eloquente. La visione è immersa in una sorta di “non-vita” dopo il tocco della Morte (notevole la sequenza dell’incidente aereo, lunga 6’), immaginando un approccio all’esistenza che diventa al contempo illuminante ed angosciante, grazie al talento evocativo del regista nel restituire passaggi “incantati” che entrano sottopelle. Le volute dilatazioni spalmate nel considerevole minutaggio del film alimentano la frustrazione del desiderio di una conclusione purificatrice, cullata nell’incertezza dalla sceneggiatura dell’esordiente Rafael Yglesias. Impossibile immaginare qualcuno migliore di Jeff Bridges per interpretare Max Klein. Da ricordare un altro “disastro aereo filosofico” del passato: Destino in agguato di Ralph Nelson.