TRAMA
Un ricco, cinico, spietato e potente consulente d’immagine s’imbatte in un bambino di otto anni che scopre essere lui da piccolo. Non sa come rimandarlo indietro nel tempo, mentre il piccolo si lamenta di lui perché non ha realizzato nessuno dei suoi sogni.
RECENSIONI
Non è Il Monello di Chaplin ma questa produzione Disney ci tiene a specificare, nel titolo originale, Disney’s the kid. L’idea di un confronto con se stessi da piccoli era già presente nel nostrano Da Grande, e riesce dove avevano fallito i simili e hollywoodiani Big e Viceversa: il film, infatti, si mantiene leggero, simpatico, divertente, affettuoso senza dimenticare temi più profondi sul rapporto memoriale che l’adulto intrattiene con la propria infanzia. Jon Turteltaub si conferma il miglior regista live action odierno della scuderia Disney e le ultime prove lo hanno pilotato verso filosofie New Age (Phenomenon, Instinct) in cui, al di là dell’approccio commerciale, si preoccupa sempre di veicolare messaggi edificanti in modo superficiale ma non artificioso. È specialista, anche, in soggetti fantastici per commedie sentimentali. Certo, se si pensa a Canto di Natale di Dickens, l’originalità di questa favola/apologo morale scema anche perché, per restare nei parametri buonisti della casa di produzione, manca il necessario sarcasmo feroce.