TRAMA
Jess cerca l’assassino della moglie Comanche: sulla sua strada incontra e libera dagli Apache una donna bianca ripudiata dal marito e dalla sua gente. Si uniscono a uno squadrone di cavalleria diretto al forte, ma vengono attaccati, sempre dagli Apache.
RECENSIONI
Un western dal racconto appassionante, colmo d’azione ed eventi che non dimenticano di dare corpo a personaggi tridimensionali e di iniettare sotto-tracce tematiche interessanti: adatta il romanzo ‘Apache Rising’ (1957) di Marvin H. Albert, che si presta anche come co-sceneggiatore. Ralph Nelson (anche produttore e interprete, nel ruolo del colonnello Foster) è un regista i cui talenti danno bella mostra di sé quando capisce che non è il caso di strafare: sempre alla ricerca di soggetti peculiari (con il leitmotiv del razzismo) e modi inconsueti per rappresentarli, infatti, è spesso soggetto alla cantonata estetica. In questo caso, con una struttura di partenza “classica”, Nelson ribalta dall’interno certi codici ma lascia intatta l’apparenza (e lo sguardo vuole la sua parte: meravigliosi paesaggi dell’Utah): non sono pochi gli ingredienti insoliti, da una certa brutalità inedita delle scene (apre con un cadavere arrostito dal Sole e non smette mai di vivere di violenza o tensione), all’insolita figura del pistolero afroamericano (Sidney Poitier, riunito al regista che gli ha fatto ottenere l’Oscar per I Gigli del Campo), dalla donna bianca che preferisce gli indiani, al protagonista che difende le condizioni dei nativi americani pur combattendoli. Non per niente, Nelson sarà il regista (quattro anni dopo) di Soldato Blu. Orecchio anche alla colonna sonora di Neal Hefti, ossessionata dai tamburi e abilissima a co-edificare la suspense.
