Drammatico

BANDITI A ORGOSOLO

NazioneItalia
Anno Produzione1961
Durata98’

TRAMA

Orgosolo, Sardegna: Michele acquista il gregge che ha sempre accudito con il fratellino Giuseppe. Ma tre banditi, dopo aver rubato alcuni maiali, si installano nel loro ovile e i carabinieri ritengono Michele loro complice. Deve darsi alla latitanza ma non vuole abbandonare le pecore.

RECENSIONI

Meritatissimo Premio all’Opera Prima al Festival di Venezia: un gioiello e una mosca bianca nella produzione nostrana, che beneficia dell’esperienza da documentarista del siciliano Vittorio De Seta, autore, nel 1958, anche di Pastori di Orgosolo. Le sue precedenti prove erano a colori (curioso che in questo bianco e nero tutto sia vividamente colmo di tonalità), e dotate di una poetica anomala, flahertiana, non ferma alla riproduzione della realtà o al rinvenimento di matrici sociologiche, ma evocativa attraverso lirismi con senso plastico, profondità nella fotografia ed eccelsa capacità di trovare l’inquadratura che esprima appieno il “sentire” della scena. Un preludio a questo suo primo lungometraggio di finzione che si riallaccia al documento (e al neorealismo: siamo in odore di Ladri di Biciclette) nella scelta di attori non professionisti, veri pastori sardi, da guidare e seguire nell’appassionante e tragica odissea in fuga dallo Stato (che, avverte la voce fuori campo, non può entrare nelle corde di una cultura per cui contano solo famiglia e comunità), anche se sceglie di doppiarli senza preservare il dialetto. L’opera è anche studio culturale e denuncia di un circolo vizioso: l’animo sardo, fiero e indomito, alberga anche nei banditi che la parabola dipinge come ex-lavoratori diventati troppo poveri per sopravvivere in altro modo. Anche qui, le regole inflessibili dello Stato mal si adattano ad una realtà talmente misera da non avere il tempo di farle proprie. Valore estetico aggiunto, oltre al lirismo figurativo, il montaggio serrato con narrazione secca che trasforma la pellicola, complice un commento sonoro di tensione, in un thriller criminale di caccia all’americana oppure in un’alternativa via italiana al western, da pochi seguita. L’opera cesella una produzione dell’autore che, fin qui, s’è concentrata sulle isole e la fatica dell’uomo comune con i suoi mestieri atavici.