TRAMA
Il maialino Babe non sa che il suo destino è d’essere servito cotto a Natale. Allevato da due cani pastori, impara a guardare il gregge, gettando lo scompiglio in una fattoria dove ogni ruolo era prestabilito.
RECENSIONI
Meravigliosa, deliziosa, edificante favola antropomorfica. Da un lato, stupisce per gli ottimi effetti speciali, dall’altro sorprende per lo spessore morale evocato con la metafora. I temi affrontati sono vari: è un film contro (ma senza invettiva) le costrizioni di ruolo, le regole tramandate senza coscienza critica, la convenzionalità e le convenzioni, i pregiudizi nei confronti degli animali e dei diversi, la violenza che nega la comunicazione, la superbia di classe, l’ottusità che deride il coraggio degli innovatori, la tecnologia sterile che pensa solo a massimizzare i profitti, dimenticando la dimensione “umana”. Fa al contempo ammenda dei vizi del prossimo perché insegna il rispetto per tutti gli esseri viventi, riuscendo ad amalgamare tanti significati e messaggi in una narrazione schietta e senza rimandi labirintici, nella migliore tradizione favolistica “adulta”, vale a dire semplice ma non meno complessa. Con la stessa naturalezza, vengono utilizzati in modo creativo e strabiliante gli animali addestrati (970!), le animazioni digitali (per i movimenti labiali) e i pupazzi “animatronics” della Jim Henson Shop (l’artificio dell’oca, però, è ben percepibile). Il produttore George Miller (quello di Mad Max) e Chris Noonan (già regista per Miller di molte serie tv), inoltre, non si fermano alla ricerca del naturalismo attraverso le conquiste della tecnica, ma confondono volentieri il dramma realistico (in esterni) con gli sprazzi surreali (i topolini/coro) oppure chiaramente “dipinti” (gli interni), per scoprire una dimensione dove l’uomo e l’animale convivono alla pari, senza manicheismi di sorta (l’ottuso “gregge” appartiene ad entrambe le razze). Una tenera, fantastica e divertente avventura, che racchiude in una fattoria orwelliana tutto un universo: è quel pizzico di crudeltà in più a renderla vera, coinvolgente ed emozionante. Infatti, la seconda parte, più schematica (il riscatto annunciato) ed effettistica, perde colpi.
