TRAMA
Madrid. Tre amici di infanzia, oggi trentenni, si concedono una lunga notte di eccessi.
RECENSIONI
Come spremere il topos e ottenere un risultato dignitoso: Tutto in una notte incontra la crisi dei trentenni nel film di Alberto Rodriguez che, adottando la frammentazione temporale, innesca una continua posticipazione del dramma entrando/uscendo dal perimetro notturno considerato. La triade alcool-droga-sesso, dunque, si alterna agli squarci dei protagonisti prima/dopo il loro incontro, tutti mediamente disagiati, irrealizzati, disperati. La Notte è una metafora: cala il buio sui tratti del carattere, si vedono peggio i fallimenti collezionati di giorno, il corpoha il permesso di dibattersi liberamente. Le personalità, tuttavia, in fondo riemergono: malgrado i palliativi materiali (scopare, strafarsi), nessuno riuscirà a snaturarsi pienamente rispetto alla propria essenza effettiva. In tal senso suona significativo l'incontro tra Julio (un Guillermo Toledo al colmo dell'alterazione) e la ragazzina alla festa, archetipo della ninfetta, nella tranche migliore del film: l'uomo respinge la sua sessuomania evitando un rapporto pedofilo che appare abbordabile. Disinvoltamente girato, con ampio corredo di effetti da discoteca, ben diretto e interpretato (non inferiori Tristan Ulloa e Blanca Romero), prigioniero di trovate altalenanti, leggermente prolisso e pervaso da sofferenza diffusa. Ovviamente, l'alba sarà implacabile.
