Criminale, Drammatico

GRISSOM GANG

Titolo OriginaleThe Grissom Gang
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1971
Durata128’
Sceneggiatura
Tratto dadal romanzo del 1939 No Orchids for Miss Blandish di James Hadley Chase
Fotografia
Costumi

TRAMA

Midwest, anni ’30: una scalcinata banda di malviventi progetta il furto della collana di diamanti indossata a un party dalla giovane ereditiera Barbara, figlia del milionario John Blandish, ma il furto degenera in rapimento. In cerca di un rifugio, gli improvvisati sequestratori si imbattono in Eddie Hagan, membro della temibile gang dei Grissom, che mangia immediatamente la foglia e scopre il loro nascondiglio grazie alla soffiata di un benzinaio. I Grissom non si lasciano sfuggire l’occasione di impossessarsi della collana e di Barbara, sterminando spietatamente i più deboli colleghi e chiedendo il riscatto di un milione di dollari al padre della ragazza. Tuttavia Slim, l’elemento più violento e caratteriale della banda, si innamora perdutamente della giovane, opponendosi alla decisione presa da Ma’ Grissom di eliminarla non appena intascato il riscatto: tra Barbara e Slim si crea così una relazione satura di paura e desiderio.

RECENSIONI

Secondo adattamento del romanzo d'esordio di James Hadley Chase No Orchids for Miss Blandish (già portato sul grande schermo nel 1948 da St. John Legh Clowes), Grissom Gang - Niente orchidee per Miss Blandish è il terzo e ultimo film realizzato da Robert Aldrich nei suoi studi cinematografici. In seguito al fiasco commerciale delle due pellicole precedenti (L'assassinio di Sister George e Non è più tempo di eroi), il cinquantaduenne regista e produttore americano punta sul romanzo dello scrittore britannico (pubblicato nel 1939 e ispirato alle imprese della famigerata banda dei Barker) per salvare gli Aldrich Studios, confidando nel recente successo ottenuto da Gangster Story (Bonnie and Clyde, 1967) di Arthur Penn, film che aveva riacceso l'interesse per i country bandits degli anni Trenta. Purtroppo la pellicola non ottenne i risultati sperati e Aldrich fu definitivamente costretto a vendere gli Studios nel 1973, a soli cinque anni dal loro acquisto, chiudendo un periodo di grande spregiudicatezza espressiva e libertà produttiva.

Difficile spiegarsi i motivi dell'insuccesso di Grissom Gang, dato che il ventitreesimo lungometraggio di Aldrich possedeva (e possiede) tutte le carte in regola per farsi apprezzare: prove d'attore eccellenti (dalla scontrosa Barbara Blandish interpretata da Kim Darby al mercuriale Slim Grissom sbozzato da Scott Wilson, passando per il detective Fenner sagomato da Robert Lansing e la bellicosa Ma' Grissom sbalzata da Irene Dailey), alto tasso di dinamismo e pathos (non scarseggiano le sparatorie, gli inseguimenti e le tensioni erotiche a fior di pelle), massicce dosi di ironia e sarcasmo (l'intera vicenda prende il via dall'inettitudine di tre criminali da strapazzo e per quasi tutto il film Barbara sbeffeggia l'impacciato Slim), qualità tecniche ineccepibili (fotografia smagliante del solito Joseph Biroc e montaggio indiavolato dell'altrettanto fido Michael Luciano) e una strepitosa soundtrack che intervalla il commento musicale di Gerald Fried con intramontabili brani d'epoca (su tutti I Can't Give You Anything But Love, Baby e Ain't Misbehavin', quest'ultima cantata da Connie Nielsen, che nel film interpreta il personaggio di Anna Borg).

Ciò che verosimilmente ha decretato il cattivo esito commerciale del film risiede nel suo carattere velatamente disturbante: sotto lo smalto di una confezione irreprensibile, scorre una vena di aspra critica sociale che corrode in profondità le fondamenta dello stile di vita americano. Gangster movie con caustiche implicazioni politiche, Grissom Gang sgualcisce il canovaccio di genere secondo le consuete pieghe polemiche di Aldrich: il tema chiave è quello della repressione operata dalle istituzioni (famiglia e forze dell'ordine) sui figli degeneri dell'America. L'impulsivo Slim si ribella alla decisione di Ma' Grissom di sbarazzarsi della ragazza rapita difendendola col coltello tra i denti e la sprezzante Barbara si spoglia progressivamente dello status di ereditiera viziata, abbracciando sentimentalmente (e concretamente) il reietto che si è dedicato a lei anima e corpo, al di là di ogni convenienza sociale. Uscire dal seminato e dirazzare significa andare incontro all'emarginazione e alla morte: Slim viene escluso dalle decisioni prese dalla gang (dare la ragazza a Eddie affinché se ne occupi) e crivellato di colpi dalla polizia; Barbara è rinnegata pubblicamente dal padre e assalita dai reporter al suo rilascio, trattamento che equivale in tutto e per tutto a una sentenza di morte (il finale originario del film mostrava il suicidio della ragazza, ma Aldrich, testate le reazioni negative dei primi spettatori, lo tagliò perché ridondante: "Niente di più grave le poteva succedere, la sua vita a quel punto era rovinata, finita").

La diversità come condizione irrinunciabile ed esiziale al tempo stesso, dunque. Ma stavolta l'azione repressiva delle istituzioni è più feroce che mai: nel finale le forze dell'ordine massacrano Slim non appena esce dal fienile (non si tratta di uno scontro a fuoco, ma di un'autentica esecuzione) e il rispettabile John Blandish (Wesley Addy, presenza ricorrente nei film di Aldrich) mortifica la figlia poiché ha privilegiato la sopravvivenza alla reputazione, condanna borghese se mai ve n'è stata una. Diversamente da The Killing of Sister George (1968), nel quale l'establishment declassava il soggetto ribelle lasciandolo in vita anche se degradato al rango di animale, qui la controffensiva raggiunge picchi di violenza parossistica, abbattendosi sui diversi con inaudita intransigenza. A fare da elemento coesivo del conformismo è il denaro, collante che cementa l'intolleranza e l'avidità a prescindere dall'estrazione sociale degli individui, in un gioco al rialzo che provoca una reazione a catena dalle conseguenze tragiche. Di fatto è il denaro a rappresentare il propulsore di Grissom Gang: nel film non compare una sequenza o quasi in cui non si parli di soldi o si manipolino banconote. Il furto della collana da cinquantamila dollari si tramuta presto nel riscatto di un milione, il benzinaio che spiffera la destinazione dei primi criminali ai Grissom mette in moto la memoria quando Eddie (un impomatato Tony Musante) gli sventola una mazzetta di dollari sotto il naso e il contadino che nel finale fa la soffiata alla polizia è interessato esclusivamente ad accaparrarsi la ricompensa. Non a caso il personaggio che incassa meno di tutti (soli 200 dollari) e gioca col denaro (quando entra in scena sta ascoltando una corsa di cavalli alla radio) è il detective Fenner, figura classicamente interstiziale tra legalità e illegalità (sarà lui a raccattare quel che resta di Barbara dopo il bagno di sangue conclusivo).

Per sottolineare il carattere speculare dei percorsi di emarginazione di Slim e Barbara, Aldrich incardina l'intero film sul principio dell'alternanza: da una parte il crescente e perseverante amore del gangster per la giovane tenuta sotto chiave (sentimento che lo porterà a costruire una prigione dorata per la ragazza, versione morbosamente deformata del nido d'amore), dall'altra le indagini anticonvenzionali del detective Fenner che, assoldato da John Blandish per consegnare il riscatto ai sequestratori, non esita a impiegare i trucchi del mestiere per scovare i rapitori (arriva addirittura a fingersi un agente di una compagnia teatrale). Ma quando Fenner scopre la verità, il padre di Barbara esprime sdegno e disgusto nei confronti della figlia, rea di aver tollerato la convivenza coi Grissom violando le norme del decoro e infangando il nome dei Blandish. Oltre a manifestare una sottile preferenza per Slim, personaggio crudele ma incorrotto (è il solo a non parlare di soldi e quando la banda ronza intorno alla valigia piena di dollari lui è assente), Aldrich fa capire da che parte sta soprattutto visivamente: le circa 1500 inquadrature di Grissom Gang squadernano un punto di vista tellurico e marginale, moltiplicando le angolazioni dal basso verso l'alto e prediligendo tagli obliqui dell'immagine. Il risultato ottenuto è duplice: la deformazione espressionistica della tensione (esasperata dal clima torrido e appiccicaticcio che imperla di sudore la pelle dei personaggi) e l'aderenza alla terragna sovversività dei country bandits (non sorprende che la prima comparsa dei Grissom al completo avvenga in aperta campagna, come se fossero partoriti dal territorio). Una visione dal basso che, rifiutando l'ordine e l'equilibrio imposto dalle convenzioni, si scaglia contro l'arido e avido cinismo della società civile in favore del romanticismo innocente e suicida di Slim: "Non avendo più te, non mi importa di quello che succederà".