
TRAMA
Sadako partecipa all’allestimento teatrale della pièce “La maschera”. Muore un’attrice e ne prende il posto, mentre s’invaghisce del registratore di suoni.
RECENSIONI
La terza tappa del cerchio (1, 2…0) è diretta da un esordiente promettente ma deludente: Norio Tsuruta, con li suoi racconti in video Scary true stories, ha influenzato tutta la nuova ondata di J-horror di cui Ringu è il massimo esponente. Questo prequel, svelando e spiegando parecchi retroscena della saga, dovrebbe funzionare a pieno regime: il parallelo della prima parte fra indagine su Sadako e rappresentazione teatrale promette un gioco di specchi complesso; la scelta di frammentare le sequenze con salti temporali, accostare episodi scollegati, smontare e rimontare le scene in libertà dovrebbe essere il segno di un approccio autorale interessante. Però, né la sceneggiatura di Koji Suzuki né la messinscena di Norio Tsuruta stanno al passo di queste felici intuizioni: latitano raffinati rimandi, ci si limita a sostituire il Vhs con i nastri audio, si palesa che la rappresentazione nella rappresentazione, previo proscenio, è l’ultima spiaggia della mancanza di idee e non uno stimolo per (ri)fare le cose in grande. L’approccio quasi sperimentale in assenza di sostanza non fa che generare noia ma l’opera possiede l’alibi di attaccarsi all’assunto che “Il potere dell’Amore supera quello della Creazione”, ed è alla ricerca di materiale più romantico che inquietante, dell’allegoria dell’autore che sfrutta l’icona di Sadako, rendendola maledetta per continuare la saga. Non male la conclusione circolare del racconto, dove ogni frammento visionato può essere il prologo o l'epilogo. Il senso del titolo, quindi, non è solo: 0 paura, 0 trucco, 0 mistero, 0 ambiguità, 0 Sadako, ma anche lo 0 del cerchio. Lirico, più che altro.
