TRAMA
Jack, sollecitato anche dalla fidanzata ex-poliziotto, vorrebbe scrivere un libro ma finisce per tornare a fare il croupier in un casinò, con l’intermediazione del padre. Una cliente gli propone di fare una rapina.
RECENSIONI
Prodotto da Channel Four (Mike Hodges, dopo Arcobaleno Nero, ha parcheggiato in televisione) e scritto dal grande Paul Mayersberg (L’uomo che Cadde sulla Terra, Furyo, Eureka) prendendo spunto da La Fortezza Nascosta di Akira Kurosawa, mette in scena, da subito, coordinate noir/crime originali: sovente, l’Io narrante del freddo protagonista (quasi privo di emozioni) trasforma la narrazione in racconto in terza persona come se, appunto, stesse scrivendo un romanzo. Sono feroci le sue analisi sul mondo del gioco d’azzardo, su certe coordinate dell’esistenza umana, sugli avventori del casinò, sulle donne che incontra: nel frattempo, il film segue nel dettaglio i modi del suo mestiere di croupier, malamente dimenticato dal titolo italiano qualunquistico e fuorviante (perché il colpo non è il fulcro, tanto meno la sua analisi). Il fatto è che, per una volta e spiace scoprirlo, è proprio la messinscena di Mike Hodges a rendere ineludibili certe risolvibili falle dello script: due svarioni, in particolare, affossano gli esiti di un prodotto anomalo ma certamente non coinvolgente o sorprendente. Primo: il racconto dimentica di spiegare per quale motivo ingaggino il croupier per la rapina, dato che gli viene richiesto di fare ciò che avrebbe fatto comunque. Elemento confermato dalle scene in cui esegue il suo mestiere ignaro che la rapina sia in corso. Fatta la tara del comportamento schizofrenico della sua fidanzata (che se ne va, torna, lo ricatta), ecco il secondo grave svarione: il colpo di scena finale, che fa “scena”, appunto, ma è risolto male. Peccato.