TRAMA
Il lombardo Antonio Berozzi sogna di fare l’attore cinematografico: si trasferisce a Roma, fa solo comparsate, è vittima di un incidente e conosce un’altra aspirante attrice, Cinzia, che scoprirà solo interessata al suo denaro.
RECENSIONI
Più Renato Pozzetto che Dino Risi, nel senso che l’attore si mangia la pellicola con la sua comicità surreal/provinciale (la sequenza in cui deve esprimere varie emozioni e fa sempre la stessa faccia) imperniata su di un cinefilo ingenuo, attonito, laconico e bonaccione: adatta a sé il personaggio e lo fa provenire dalla natia Laveno Mombello di cui coinvolge, come figuranti, anche alcuni amici. Da Risi impegnato in una sorta di rivisitazione comica del Bellissima viscontiano, ci si aspettava qualcosa di più graffiante, meno macchiettistico e scontato (in sede di sceneggiatura, anche il figlio Marco), ma il botteghino gli ha dato abbastanza ragione e, di suo, ci mette un sapore amarognolo sui sogni infranti a Cinecittà e vari rimandi all’ambiente cinematografico, nati da esperienze personali, non ultimo ‘scritturando’ Mario Monicelli, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi nel ruolo di se stessi.