TRAMA
Bill Rago, pubblicitario che ha perso il lavoro, è mandato dall’ufficio di collocamento ad insegnare ai cadetti militari. La sua classe è grezza ed ignorante: prova con Shakespeare ed entra in conflitto con il sergente, che lo accusa di rammollirli.
RECENSIONI
Fra le commedie del periodo d’oro di Penny Marshall è, giustamente, quella passata più inosservata: ai ferri corti con una sceneggiatura (di Jim Burnstein) poco brillante, spinge troppo il pedale del sentimentalismo ammiccante, (ri)proponendosi Risvegli che mettono in coma. Se l’idea di partenza è originale (il civile disoccupato che insegna ad incolti marines), lo staff al completo (produttori, sceneggiatore, regista) finisce per clonare smaccatamente le dinamiche e le arie di L’Attimo Fuggente, senza replicarne raffinatezza ed elaborazioni. Mentre Burnstein elenca situazioni scopiazzate da altri film, non è in grado di chiudere i cerchi, di perfezionare i temi sollevati: ci si aspettava, ad esempio, che il primo episodio ambientato nell’agenzia pubblicitaria, oppure quello del ragazzo arrestato, fossero ripresi in qualche modo, almeno come eventi-incidenti della vita cui dare un significato. Penny Marshall punta tutto (cosa che molte volte ha salvato le sue mediocri messinscene) sulla verve degli interpreti (Danny De Vito è simpatico ma non ha certo il physique du rôle: imbarazzante, più che eroica o divertente, la sua “esercitazione” fra tanti fusti) e su facili fanfare solletica-emozioni che, grazie alla commistione con l’Amleto di Shakespeare, sono ridicole ed artificiose. Il messaggio è che l’istruzione è basilare, che gli esami sono fondamentali (altro atto “eroico” risibile: la prova d’esame volontaria), che l’educazione militare ha bisogno di più cuore-e-mente per formare guerrieri degni…dell’Enrico V (…). Si salva la divertente parte iniziale, soprattutto lo sketch con la sportellista dell’ufficio di collocamento.
