Avventura, Fantastico, Musical, Recensione, Sala

WONKA

TRAMA

Il giovane Willy Wonka arriva in città dopo un lungo viaggio in cui ha imparato tutti i segreti per preparare il migliore cioccolato del mondo. La sua idea è di aprire un negozio in cui vendere le sue prelibatezze. Le sue speranze di successo devono però scontrarsi con il cartello dei cioccolatai e con una locandiera imbrogliona che lo vincola con un contratto capestro. Willy Wonka, però, non si perde d’animo e grazie al suo talento e all’aiuto di nuovi amici riuscirà a realizzare il suo sogno.

RECENSIONI

In principio fu Roald Dahl: nel 1964 pubblica il romanzo La fabbrica di cioccolato che diventa, soprattutto nei paesi anglosassoni, un classico della letteratura per l’infanzia; poi nel 1971 arriva il film di Mel Stuart, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, con cui Gene Wilder entra nel mito; dopo 34 anni Tim Burton mette il suo sguardo dark a servizio della peculiarità del personaggio dirigendo La fabbrica di cioccolato, con un Johnny Depp dandy e bizzoso. Il nuovo film di Paul King, uno che di mondi fantastici che prendono vita in un contesto reale grazie ai due Paddington (1 e 2) se ne intende, dà vita a un prequel e ipotizza le origini di Willy Wonka mostrandone la giovinezza; per farlo si collega idealmente al film di Stuart, facendo invece tabula rasa di quello, stonato e stranito, di Burton (non c’è traccia del padre dentista e cattivo). Prese le distanze dal disagio espresso da Depp, si fatica comunque a trovare nell’interpretazione di Timothée Chalamet tracce del disincanto e dell’ironia di Wilder; finiamo infatti per imbatterci in una Mary Poppins al maschile, con un protagonista carico di ottimismo, aperto al mondo e alle sue avventure, con tanto di borsa piena zeppa di meraviglie.

È proprio nel modo in cui è approcciato il lato magico la maggiore differenza rispetto al personaggio originario. Non era chiaro come tutti i prodigi mostrati potessero essere realizzati nemmeno nelle versioni precedenti, comunque erano la cioccolata e il modo originale in cui era lavorata a essere portatori di magia, nel prequel invece la magia viene sdoganata ufficialmente come parte integrante di Willy Wonka che in più di un’occasione schiocca le dita, e voilà, il gioco è fatto. Se nella prima parte questo aspetto è gestito con apprezzabile parsimonia, nella seconda diventa una facile scorciatoia per uscire da situazioni sempre più improbabili, aspetto che annacqua un po’ la conclusione, rendendola fitta di troppe blande e prevedibili rese dei conti. Per fortuna King allestisce uno spettacolo sontuoso che gestisce con grande padronanza del mezzo cinematografico e crea un impasto in cui il fantastico va a braccetto con il musical (aspetto su cui la promozione italiana ha lesinato nel timore di allontanare il pubblico) e dove marchingegni, incastri e bizzarrie trovano una fluida resa visiva. Quanto al protagonista, aspetti dark, weird e cinici sfumano verso una più spendibile joie de vivre, scelta che probabilmente scontenterà i fedelissimi del testo di Dahl.

Dietro alla zuccherosità dell’impianto si affrontano anche temi seri: il lato oscuro del capitalismo, le trappole del potere e di chi lo detiene, la cultura come fondamento per l’affermazione di sé. Il messaggio che arriva, però, non è dei più rassicuranti: importantissimo credere nei propri sogni, determinante lasciarsi contagiare dal potere dell’immaginazione, fondamentale studiare e appropriarsi degli strumenti giusti per fronteggiare ogni tipo di avversità, ma, ahimè, per combattere la cattiveria del mondo l’unica arma davvero risolutiva sembra essere la magia, altrimenti finirebbe malissimo. Perfetto il cast, a partire dall’uomo, ormai per tutte le stagioni, Timothée Chalamet, a suo agio e disinvolto, ma sembrano divertirsi molto anche Olivia Colman e Tom Davis, consapevolmente sopra le righe come richiesto dai personaggi. In prestazione alimentare invece, come da lui stesso dichiarato, e si capta, Hugh Grant, nel ruolo del simpatico Umpa Lumpa in cerca di giustizia. Destinato a grandi incassi, ha le carte in regola per diventare un instant classic.