TRAMA
L’uragano Katrina secondo Spike Lee e i cittadini dei quartieri poveri di New Orleans.
RECENSIONI
L'inchiesta condotta da Spike Lee è di quelle che lasciano il segno: per l'efficacia della ricostruzione da reportage indignato, di parte (o meglio, dall’unica parte umanamente “possibile”) ma corretto, senza colpi bassi o scorrettezze alla Michael Moore; per la ricchezza e l'eterogeneità degli interventi (oltre agli abitanti di New Orleans, Sean Penn e Harry Belafonte). Ne esce un quadro allarmante, lo struggente spaccato di quell'America profonda che resiste, combatte, tiene in vita la speranza nonostante la catastrofe naturale abbia scoperchiato un vaso di Pandora, facendo riaffiorare tutta una gamma di questioni e problematiche non risolte e fino a quel momento dissimulati (il razzismo/classismo strisciante, l'inettitudine di chi governa, l'indifferenza di quanti non vogliono o non riescono a vedere). Un pugno nello stomaco, suddiviso in atti, proprio come un Requiem, un peana non funebre ma pieno di rabbia.
