Horror, Recensione

WAMPYR

Titolo OriginaleMartin
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1977
Genere
Durata95'
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

Il giovane Martin è ospite di un anziano cugino che lo ritiene un vampiro. In effetti il ragazzo ha impulsi irresistibili che lo portano a aggredire e dissanguare giovani donne.

RECENSIONI

MARTIN, film tra i più belli del regista (il suo preferito), come in JACK'S WIFE, si muove sul filo di un’ambiguità: Martin è ritenuto un vampiro dal vecchio cugino che lo ospita ed è vessato dall'uomo a causa di credenze assurde, figlie di un pregiudizio familiare; nello stesso tempo il giovane si comporta esattamente come un provetto Dracula (la prima, splendida scena in treno); gli inquietanti inserti in bianco e nero, che riportano a un tempo passato, non sappiamo se attribuirli a un'effettiva esperienza di vita del giovane, il che avvalorerebbe la sua natura prodigiosa, o alle morbose fantasie di uno schizofrenico. Tutto giocato sulle atmosfere, MARTIN profana una mitologia, quella del vampiro, laicizzandola nel più puro Romero-style; l’autore, come al solito, usa il genere senza concedersi ad esso neanche per un attimo e anzi contraddicendolo con una scelta di ritmi lenti, toni meditativi, dialoghi scarni, ambientazioni moderne. Martin rappresenta l'orrido che si annida nella natura umana e quello che si ritiene essere il suo lato vampiresco è semplicemente ciò che legittima e giustifica un atteggiamento di rifiuto e distruzione nei suoi confronti, l'alibi della bestialità altra da noi per non riconoscerci bestie noi stessi. Il paletto piantato dal vecchio nel cuore del ragazzo ricuce tutto: autentico o meno, Martin muore come un vampiro, vittima mostruosa di un ulteriore mostruoso carnefice, l'Ignoranza. Denso, vischioso, MARTIN resta appiccicato al nostro inconscio, i tentativi di sbarazzarcene sono tuttora vani. Così il regista: Abbiamo concepito questi esseri, attribuendo loro poteri mistici, solo per non ammettere che fanno parte della nostra stessa razza? Li abbiamo resi straordinari per colpa di ciò che istintivamente ricordiamo del nostro passato primitivo? Abbiamo bisogno di un mitico capro espiatorio da punire brutalmente per i nostri peccati originari? Decisamente preferibile nella versione americana (già tagliuzzata di suo) di 95 minuti: quella italiana (col titolo WAMPYR) reca manipolazioni e un ulteriore potatura di 10 minuti oltre alle musiche aggiunte dei Goblin.