TRAMA
Maria è una giovane di origine maya che vive all’interno del Guatemala. La aspetta il matrimonio combinato con Ignacio, ma la ragazza ama Pepe e prepara la fuga.
RECENSIONI
Lesordio di Jayro Bustamante registra una condizione femminile attraverso la proposta di un cinema sensistico: Maria, nome cristiano ma discendente maya, per fuggire dal matrimonio prova a perdersi nella natura, muove dallinterno del villaggio verso lesterno della foresta. E immersa nella mescola fra tradizione e superstizione come dato di fatto: dal vulcano assopito, sfondo che ricopre di precarietà, alla credenza della donna incinta che ferma lavanzare dei serpenti (per i maya, una divinità: il suo morso una rivelazione, per Maria una presa di coscienza). Costruito su macroeventi che si succedono in linea retta (lannuncio di matrimonio - lamore con Pepe - la gravidanza - il parto), il racconto percorre larchetipo cine-letterario della relazione imposta e prende quota quando lintreccio si ferma e apre al contesto: Maria che prova il rapporto sessuale con lalbero è ripresa antinarrativa e finalmente senza spiegazione. Sul resto, però, Bustamante dispiega molti(ssimi) nodi e prova a intrecciarli tra loro ma, sia nel dialogo sia nel simbolo, puntualizza sempre il significato: così la storia si apre sullaccoppiamento dei maiali, che precede quello di Maria, sottolineatura didascalica che tornerà nella cura dei cuccioli, stavolta contrario della protagonista.
Ixcanul vive di sfumature, come la madre complice della figlia in unipotesi impossibile di alleanza femminile, ma la sostanza dei suoi contrasti è netta e manichea: il bilinguismo cakchiquel/spagnolo, con la lingua piegata a strumento neocoloniale (non farsi capire è un mezzo di dominio), la presunta urbanità della città contro la resistenza degli autoctoni. E Città del Guatemala porta per Maria solo la scomparsa di un figlio: la metropoli, in barba allevoluzione, tradisce i post-maya non accogliendoli, li colpisce abusandone e respingendoli nellentroterra in un movimento a elastico. Giocato su struttura circolare, (ancora) apertamente significativa, con la fissità sul volto di Maria che allinizio insinua una speranza di muoversi e infine sopporta il peso di uno stato. Bustamante guarda alla corporalità di Brillante Mendoza, ma il premio Alfred Bauer a Berlino ricorda piuttosto lOrso 2007 a Il matrimonio di Tuya (unaltra donna, dalla Mongolia): la vittoria di un argomento, della fotografia di una situazione. Il regista indaga una civiltà, vede i suoi scontri, sfiora letnologia e spiega la suggestione: a restare è la natura intorno se diventa quadro visivo senza parole.