Biografico, Recensione

VIVA ZAPATA

Titolo OriginaleViva Zapata!
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1952
Durata113’

TRAMA

Messico, 1909: Emiliano Zapata guida i peones contro i privilegi dei latifondisti e del corrotto presidente Porfirio Diaz. Il nuovo capo dello stato Francisco Madero, però, si rivela un debole e Zapata deve combattere ancora contro l’esercito.

RECENSIONI

Fra scrittura letteraria e cinematografica c’è un abisso ma John Steinbeck, eccezionalmente prestato al mondo di celluloide, fornisce a Elia Kazan una sceneggiatura ammirevole, schierata dalla parte dei più deboli, dei diseredati contro l’ipocrisia borghese (esemplificata, nel racconto, nei voltafaccia del padre dell’amata) e un potere politico che logora (indovinato il ritorno circolare, dove Zapata si ritrova ad agire come l’odiato presidente che ha detronizzato). È profonda, a più strati la riflessione dello scrittore sulla natura umana e la società cui dà forma: esorta il “popolo” a imparare a difendersi da solo, senza capi, senza sopravvalutazione dei propri eroi, perseverando con caparbietà nel seguire un ineliminabile ciclo vitale di perenne distruzione e ricostruzione, poiché nulla si può contro l’indole dell’uomo votata al sopruso, all’errore, alla violenza cieca. Ogni personaggio, disegnato a tutto tondo, esprime una voce, un punto di vista che Steinbeck accompagna attraverso glorie e cadute regalando ai contadini, alla fine, l’unica arma potente che rimane: l’idea(le), simboleggiata da un cavallo bianco (quello di Zapata). L’ignoranza saggia contro la burocrazia istruita ma sterile. Una morte annunciata cristologica. Simboli ed eleganze da mano esperta: Kazan coglie l’occasione per dare vita a un’altra figura di eroe che, da negativa (all’inizio, Zapata sente maggiormente il richiamo del denaro), incarna ideali di giustizia. Si riunisce al mostro sacro del suo Actor’s Studio, Marlon Brando, sempre propenso a trasformare il proprio corpo (occhi allungati, baffi, pelle scura) oltre che il proprio carattere. È abile a far compenetrare, nel carattere, i sentimenti di ribellione, violenza, impotenza (l’essere analfabeta, secondo gli autori) a quelli figli della saggezza, fierezza e ineluttabilità del Destino. Un eroe che è anche un uomo irrequieto, incapace di vivere in pace, giusto per i suoi tempi. Comunque meritato l’Oscar vinto, invece, da Anthony Quinn, che interpreta suo fratello.