TRAMA
Guerra del Vietnam: un trucido sergente di pattuglia, oramai in congedo, vede morire un compagno. Decide, per vendetta, di sequestrare una contadina per poi stuprarla in gruppo a piacere. Solo un novellino si oppone.
RECENSIONI
Film detestabile: prende alle budella senza lasciarle più, immedesima nel ruolo della vittima impotente e non concede catarsi, tantomeno permette l'identificazione con l'eroe positivo, anzi...come lui (il personaggio di Michael J. Fox) accumuli schifo, ma sposi l'insopportabile immobilità di fronte ai "nostri" che violentano per un'ora la povera vietnamita. Volevate l'orrore della guerra? De Palma prima ve lo sputa in faccia e poi vi fa la morale, prima vi trasporta impotenti all'Inferno, poi chiude la visione in modo non consolatorio. Qualunque altro regista avrebbe compresso la scena delle sevizie in un accenno, per poi dispiegare un pamphlet antimilitarista "teorico". De Palma, invece, non è ipocrita, tantomeno sadico: crede, in buona fede, e mettendo a dura prova la tolleranza dello spettatore, che la "lezione" la s'impari covando e non sfogando il dolore e l'odio accumulati durante la visione. Le coordinate del suo cinema le rispetta appieno: logica del piano sequenza, nessuna ellissi, voyeurismo del crimine sessuale come protagonista. Michael J. Fox, in un ruolo drammatico per lui abbastanza insolito, è bravo quanto Sean Penn, che il rabbioso l'ha sempre fatto bene. Lo stesso soggetto (di cronaca) era alla base de I Visitatori di Elia Kazan. A livello estetico, un precedente simile: i 75 minuti di violenza ad una donna (in modo meno partecipato) in Embrione di Wakamatsu. Lacrime di dolore, nel film più amato dal suo autore.