Fantasy, Recensione, Sentimentale

VI PRESENTO JOE BLACK

Titolo OriginaleMeet Joe Black
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Durata180'

TRAMA

La Morte fa un patto con il milionario morituro: se la guiderà alla scoperta della Vita, gli darà più tempo per vivere. Prende le sembianze di un giovane di cui si è innamorata sua figlia.

RECENSIONI

Come l’opera precedente di  Martin Brest, Scent of a Woman, è un rifacimento: La Morte in Vacanza di Mitchell Leisen del 1934, di cui ripropone le ambientazioni di lusso (scenografie di Dante Ferretti), l’unione bizzarra di serio e faceto, l’anomala accoppiata maschile (costante dei film di Brest, in realtà), ma con una traccia d’amore stregato di maggiore impatto. Entrambe le opere, poi, condividono la poco elegante ipotesi che la Morte, per cogliere il meglio della vita, scelga un uomo ricco e si materializzi in un adone che dà ai potenti l’ulteriore privilegio di contrattare. Nella nuova versione l’intuizione pare più intrigante delle premesse con zuccherosa traccia sentimentale agita da super-belli, prevedibile conclusione e fare moraleggiante (gli affetti familiari e non il lavoro, l'amore monogamo e per sempre, davanti alla morte tutto si ridimensiona: Leisen era più speculativo). Ma accade il miracolo, lo schermo inghiotte magnetico lo sguardo e ritrova l'incanto perduto delle migliori pellicole della Hollywood classica (non a caso, echeggiano brani musicali di allora, per lo più di Irving Berlin): gli incontri fra Brad Pitt e Claire Forlani tolgono il fiato. Quello di Pitt è un ruolo difficile, giocato fra i divertenti imbarazzi del pesce fuor d’acqua di Starman e l’estrema sicurezza di sé dell’onnipotente: l’attore è a tratti spaesato e gli autori non hanno saputo agevolarlo con tracce coerenti. La vera sorpresa è la luce che emana Claire Forlani: nei suoi occhi sedotti (degni di Vivien Leigh, Veronica Lake, Greta Garbo: quando bastava un’attrice a fare la differenza) si specchia un'orgia d'amore e commozione che travolge lo spettatore ben disposto. Brest coglie tale potenzialità, il suo cineocchio s’innamora degli innamorati e li guida magistralmente mentre si esplorano, si assaporano, si desiderano. Lo zucchero diventa miele pregiato. Senza dimenticare la grande prova di Anthony Hopkins, schiacciato fra il dramma "finanziario" e quello della Morte che conosce (ricorda, nel suo caso) la bellezza della vita: il detto “A pagare e a morire si fa sempre in tempo” è centrato. Una favola nera in rosa e viceversa.