Biografico, Drammatico

VERONICA GUERIN

TRAMA

Irlanda, anni 90. La giornalista del “Sunday Independent” intraprende un’inchiesta sulla criminalità organizzata nella città di Dublino. Non esita a fare i nomi dei trafficanti di droga e, dopo essere scampata ad un primo attentato, diviene un’eroina nazionale. Consapevole del rischio che corre e fa correre a tutta la sua famiglia, continua a denunciare i malavitosi fino alla morte.

RECENSIONI

La mano pesante di Schumacher e l’overacting della Blanchet sono i difetti che maggiormente colpiscono in questa sorta di riscrittura, dalla parte del Bene, del bellissimo General di John Boorman (mai uscito nelle sale). Forse condizionati dall’ingerenza, in fase di scrittura, del reazionario e bushista Bruckheimer, gli sceneggiatori si limitano a trasferire sullo schermo le vicissitudini della coraggiosa giornalista senza preoccuparsi di conferire al tutto la giusta coerenza, ignorando sia le leggi della suspence, sia le regole della giusta caratterizzazione dei personaggi. Prigionieri di una manichea forma mentis che esclude tutto ciò che non sia immediatamente riconducibile alla classica dicotomia Bene vs. Male, gli autori non riescono a rendere umano il personaggio della protagonista, eroina senza macchia cui lo spettatore non può affezionarsi – da sempre la genesi del processo di identificazione simpatetica è condizionata dai difetti e dalle piccole imperfezioni del personaggio (a partire da Achille ed il suo tallone) –, così come non sanno andare oltre una triste sequela di episodi più o meno ovvi, più o meno telefonati. Schumacher ha una buona dose di responsabilità: nel raccontare gli ultimi giorni di vita della Guerin, non esita ad indugiare sui volti dei bambini, sulle piccole e patetiche scene di una vita familiare destinata ad essere bruscamente distrutta. Terribile sotto tutti i punti di vista il doppio finale, con la morte ed i funerali della protagonista (accompagnati da una canzoncina irlandese lacrimevole) e con le didascalie che ci informano che Veronica Guerin non è morta invano: come l’esteticamente brutto può essere anche immorale.