TRAMA
Catturando in modo spettacolare un criminale, un poliziotto nero fa una rapida carriera, fino a diventare procuratore. Il criminale, ora in prigione, si vuole vendicare.
RECENSIONI
Spettacolare come ci si aspetta dalla formula di Joel Silver (quello di Die Hard): un marchio di fabbrica che garantisce budget sostanziosi, prediligendo il filone thriller/poliziesco in blockbuster d’effetto, spesso affidandosi alla penna di Steven E. De Souza (che lavora su di un soggetto del regista Fred Dekker). Pur avendo, quindi, tutte le carte in regola e fatta la tara di una versione integrale forse più sorprendente (più violenta, secondo le testimonianze del regista, modificata dopo i test screening), la pellicola ha (almeno) due difetti imperdonabili: primo, ogni singola situazione (poliziesca, da dramma giudiziario, thriller o con l’uomo-innocente-incastrato), è un déjà-vu presentato in modo convenzionale. Secondo, la messinscena sposa un’enfasi iperbolica che si trasforma, spesso, in ridicolo involontario. Il tutto avrebbe potuto funzionare con Bruce Willis, che è di default un attore autoironico; oppure con un regista come John McTiernan, che conosce i limiti di una pellicola-giocattolo. Invece ci sono il serioso Denzel Washington e un imprinting autodistruttivo della produzione che si prende troppo sul serio e, al contempo, pretende che lo spettatore creda ad una serie di sequenze sopra le righe. Comunque, John Lithgow è un ottimo villain e non dispiace la citazione di La Furia Umana di Raoul Walsh. Il titolo italiano è fuori luogo e genera confusione con una pellicola omonima (solo nella versione nostrana) di tre anni prima.