Drammatico, Recensione

VANDAL

TRAMA

Figlio di genitori separati e con un pessimo rapporto con la madre, il quindicenne Chérif viene mandato a vivere con gli zii nella città del padre, con cui il ragazzo non ha contatti dal divorzio. La speranza è che, cambiando ambiente, il ragazzo possa mettere la testa a posto: dagli zii la vita è in effetti piuttosto tranquilla e il cugino è il classico bravo ragazzo, timido e introverso. O almeno questo è ciò che sembra, fino alla sera in cui il ragazzo porta Chérif nel suo vero ambiente, rivelandogli un nuovo mondo.

RECENSIONI

Opera prima in cui Cisterne mette in evidenza una certa abilità di messa in scena e un occhio rimarchevole nella delimitazione del territorio di riferimento (siamo a Strasburgo): la geografia dei luoghi in cui si muovono i personaggi, gli ambienti che abitano, la stessa dimensione di vita del protagonista, borderline, a cavallo di due mondi, sono resi con sfumature degne di nota. Decisamente meno interessante è l’elaborazione della materia narrativa: il film si muove, indeciso, dalla parabola identitaria al romanzo di formazione, con ambizioni semidocumentaristiche e tentativi di lettura della realtà, ora in chiave sociologica, ora in chiave simbolica. Anche il retrogusto fantasy (la figura del graffitaro Vandal ha qualcosa del supereroe e il finale, che sottintende una continuità della sua opera, ce lo conferma) non riscatta la scrittura dal suo schematismo, la storia di Cherif apparendo un acerbo ritratto di ribellismo adolescenziale troppo ripiegato sulle convenzioni del genere.