Recensione, Western

UOMINI E COBRA

Titolo OriginaleThere was a crooked man
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1970
Genere

TRAMA

Uno scaltro bandito ruba 500.000 dollari e poi uccide i suoi compari, ma viene arrestato e rinchiuso in prigione. Qui cerca complici per un’evasione.

RECENSIONI

Chiede la locandina: "Fra tante carogne, chi sono i rettili?". Per un grande autore come Mankiewicz, che nella vita al cinema ne ha viste di tutti i colori (commedie brillanti, opere di impegno civile, musical, film storici, raffinati drammi psicologici con dissertazioni filosofiche e/o tinte forti), non c’è dubbio: tutti. La sua scanzonata e, al contempo, reazionaria commedia nera-western (inquadrata in un film carcerario) non riverisce nessuno, ride amaro mentre dondola su di una giostra umana di tipi estremi e caricaturali al servizio del dio Denaro&Sesso, fra ipocriti, truffatori, poco raccomandabili pederasti, giudici e capitalisti pervertiti, oche (e) puttane. Vivido il personaggio di Kirk Douglas con occhialini da intellettuale, emblema della serpe dalla lingua biforcuta; non da meno quello di Henry Fonda, tutore della Legge integerrimo, tanto illuminato quanto fesso. In salsa piccante e sarcastica (gli angeli dai seni abnormi disegnati in prigione; la divertente gag della cantante che subisce uno "strip"), l’aria che si respira è quella degli anni della Contestazione all’imperante sistema di valori (come in tutti gli script di Robert Benton e David Newman del periodo: Gangster Story, Cattive Compagnie), ma Mankiewicz accentua le ambiguità e la degenerazione, fino all’anarchia da film maledetto: instilla la simpatia nei confronti dei bastardi mentre manifesta tutta l’ingenuità dei messaggeri della morale, poi ribalta i termini per approdare ad un pessimismo universale. Peccato solo per qualche tocco umoristico facile ed un incedere del racconto frammentario: ma di originalità ed audacia ne ha da vendere. Flop al botteghino.