Commedia, Recensione

UNE PLACE PARMI LES VIVANTS

NazioneFrancia
Anno Produzione2003
Genere
Durata103'

TRAMA

Parigi, 1958: Ernest Ripper, scrittore in crisi creativa, è contattato da Joseph Arcimboldo, assassino di giovani donne, che gli propone di scrivere le sue gesta. Un patto diabolico si instaura tra i due uomini ma quando Ernest termina l’opera, Arcimboldo ne rivendica la paternità.

RECENSIONI

- Non riesco a crederci.
- Non direi questo.

Ruiz scava in un genere, il noir, lo rivolta in chiave esistenzialista, rivisita, tra le ombre di questi café, tra i quadri dell'atelier di un pittore suicida, nel disordine dello studio di uno scrittore di romanzi rosa dalla verve oramai esaurita, il mito di Faust (anche se tra l'assassino che propone allo scrittore di scrivere un romanzo sui suoi omicidi e l'autore che accetta e commette altri delitti per nutrire la sua opera, il diavolo, come ha sottolineato lo stesso Ruiz, è proprio il romanzo) e il tema del doppio stevensionano del Dottor Jeckyll e di Mister Hyde. Come in TERRITORI LONDINESI, il romanzo di Martin Amis, uno scrittore si trova al centro della sua opera, occasione imperdibile per il regista per ribadire il suo abituale discorso sulle storie, un assunto che sempre domina la filmografia ruiziana in cui sono esse a guidare gli uomini e non gli uomini a farle; dunque il demone del racconto si impossessa di queste figure e non le abbandona, diviene chiave di lettura di una realtà che si sta facendo e scrivendo, e Ruiz, giocoso e gioioso come sempre, irride lo stereotipo, evidenzia lo schema per il gusto della messa a nudo del meccanismo della finzione, impasta morte e vita, morti e vivi, contempla il corto circuito di qualsiasi credibilità. Narrato da voci fuori campo che si riveleranno essere quelle di due defunti (il pittore dell'inizio, alcolista, e lo scrittore Ripper, tabagista, condannati a galleggiare in un limbo che non separa l'uno dalla bottiglia e l'altro dalla sigaretta - è un noir, lo vogliamo capire o no? - e non consente loro nemmeno di fare a cambio) che rievocano la vicenda in flashback, UNE PLACE PARMI LES VIVANTS, sottile e leggera meditazione sul processo creativo, film fatto in economia, decor scarno riscattato dalla magia di una macchina da presa che collauda ogni prospettiva, è l'ennesimo saggio di libertà creativa del suo autore, l'ulteriore dimostrazione che per Ruiz il cinema è ancora invenzione, che nel suo schermo, in cui personaggi strampalati si dibattono in una selva di simboli e rimandi, tutto può avvenire. Un film che, alla geometria dell'intreccio e agli omaggi a un genere, associa la consueta cura per il coté visivo, con effetti da arte povera (le insolite inquadrature, la splendida scena delle lenti di ingrandimento etc.) semplici ma efficacissimi. Crediamo che, come tanti di questi anni, neanche questo UNE PLACE PARMI LES VIVANTS verrà distribuito in Italia: un peccato, anche il nostro pubblico avrebbe bisogno di confrontarsi con un film come questo che dimostra come i limiti del cinema non siano mai di budget ma solo di creatività.