TRAMA
Dopo tanti soprusi, la segretaria di un’agenzia di borsa Tess McGill decide di tirare fuori gli artigli per fare carriera, complice l’infortunio che capita alla capa Katharine.
RECENSIONI
Un piccolo classico, sia per la buona accoglienza ricevuta, sia per l'impronta da commedia degli anni d'oro di Hollywood (leggi: inverosimiglianza in cui funziona la sospensione di incredulità), sia nel suo essere emblematica del cinema degli anni ottanta: la favola di Cenerentola rivista e corretta (complicata), frivola e ruffiana ma dal ritmo svelto e coinvolgente, con una regia che conosce alla perfezione i meccanismi per emozionare, una sceneggiatura (Kevin Wade) che mescola bene divertente commedia e dramma, e un racconto che scorre su binari talmente ben rodati da far chiudere più di un occhio sui buchi esplicativi. Interpreti perfetti, comprimari compresi (Joan Cusack): Melanie Griffith, in particolare, aggiorna il tipo alla Marilyn Monroe, con timbro vocale ingenuo, sex appeal e tanta scaltrezza nello sguardo. Dopo Il Segreto del Mio Successo, eccone la versione al femminile dove Nichols inietta le sue proverbiali note satiriche in modo mascherato: la presa di coscienza di Tess, ad esempio, comporta anche che decida di passare da una relazione passionale (animale) ad una in cui il piacere s’accompagna agli affari (maturità=opportunismo?). Buon commento sonoro firmato da Carly Simon, compresa la canzone “Let the River Run” premiata con l’Oscar.