TRAMA
Argentina, 2001. Il paese vive i drammatici momenti di una profonda crisi economica che causa disordine, depressione e sommovimenti politici e soprattutto riduce drasticamente il tenore di vita di larghe fasce della popolazione. A Estacion Cortes, un piccolo villaggio a 80 km da Buenos Aires, il giovane Juan Martin Hernandez, detto “il Biondo” lotta con disperata ostinazione contro un destino di rassegnazione a cui sembrano soggiacere tutti i suoi coetanei. Nemmeno una fugace passione per una coetanea riesce a placare la sua ansia. Per trovare i soldi che gli consentano di aiutare la famiglia, gli amici e la sua fidanzata, Martin si lega a dei loschi spacciatori di denaro falso e nonostante scaltrezza e abilità finisce, a causa di una delazione, per mettersi nei guai con la giustizia. Attorno a lui gli abitanti del villaggio, protagonisti di una coralità che fa i conti con la dura realtà del quotidiano, cercano semplicemente di sopravvivere
RECENSIONI
Cinema per reagire
Un piccolo paese della provincia di Buenos Aires durante i drammatici mesi del 2001, culmine della pesante crisi che ha destabilizzato l'economia argentina: chi sta male non può che peggiorare, chi sta bene è sicuramente coinvolto in qualche losco affare. Lo dice uno dei protagonisti: "Quando c'è la miseria, compaiono tutti i miserabili". Lo sguardo del regista Alejo Hernán Taube non cerca confronti di classe in grado di fare luce sulle cause della crisi, ma si sofferma sulla mesta quotidianità di alcuni abitanti, che cominciano a sentire gli effetti della recessione. C'è il titolare del piccolo supermercato che non può fare più credito, chi resta chiuso in casa incollato alla tv in preda alla depressione e chi non si accontenta di boccheggiare e si adatta a rischiare nell'illecito. Sullo sfondo televisori sempre accesi documentano gli scontri con le forze dell'ordine e gli assalti ai negozi per le strade della capitale. Fra gli stenti e le privazioni i sentimenti non soccombono e c'è anche chi trova l'amore. Il film di Taube ha una forma molto acerba, ma ha delle cose da dire. Nonostante un'ispirazione dettata dall'urgenza, il cinema non cede totalmente il passo al contenuto. Il regista, infatti, azzarda soggettive particolari (anche se non propriamente originali o riuscite, come quella dall'interno di una borsa o dal volante di un'auto), ha qualche bella idea (la cattura del protagonista mostrata attraverso il buio totale dello schermo e i soli rumori di fondo) e non trova rifugio narrativo nel greve a tutti i costi.
