
TRAMA
In città aumentano i crimini e c’è un poliziotto che si fa giustizia da sé. Dall’urbanistica dove l’avevano relegato per i suoi modi rudi, i vertici richiamano alla Omicidi l’ispettore Callaghan e la sua 44 Magnum.
RECENSIONI
Per il ritorno di Dirty Harry, dopo l’ottimo Ispettore Callaghan: il Caso Scorpio è Tuo (1971), la firma prestigiosa di John Milius alla sceneggiatura è affiancata a quella di Michael Cimino, che l’anno seguente esordirà proprio dirigendo Clint Eastwood. L’attore con gli occhi di ghiaccio chiama alla regia, invece, il Ted Post di Impiccalo più in Alto, che non ha il talento di Don Siegel e qualche sequenza spettacolare o ricca di pathos la spreca. La drammaturgia ha una struttura oltremodo episodica e il ritmo, a volte, è talmente trattenuto che non riesce a donare le emozioni e la suspense che l’incedere si prefigge. Ciò non toglie che il magnetismo di Callaghan sia preservato: Eastwood è unico nell’unire prerogative da uomo invincibile e loro autoironia.
