TRAMA
Tennessee: lo sceriffo, sposato e con prole, perde la testa per la giovane figlia di un contrabbandiere di whisky.
RECENSIONI
Legge e desiderio: "Chi è veramente contro la legge fra chi è dentro e fuori la legge?", si chiede Johnny Cash che, con cinque brani, scandisce questo dramma sentimentale e psicologico tratto dal romanzo "An exile" di Madison Jones e sceneggiato da Alvin Sargent, lo stesso de La Notte dell'Agguato (con Gregory Peck, l'anno prima). C'è stato un periodo, a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, in cui Frankenheimer ha sposato l'estetica del film d'arte europeo, la sua lentezza introspettiva, i suoi conflitti psicologici, i chiaroscuri (ambiguità di senso) che ne alimentano la tensione in sinergia con gli studi ambientali. Il pubblico lo disertava (passo troppo lasco), la critica lo ignorava (poetica non abbastanza personale), il cinema di genere, in cui eccelleva proprio in quanto ambizioso, finì col richiamarlo nei ranghi. La sua Lolita ingenua, fresca e manovrata, sconvolge la vita del neo-Humbert portandosi appresso un bagaglio di imbarazzi, sensi di colpa, menzogne, vane illusioni, ricatti morali e ansie di fuga dopo l'esilio da se stessi e dagli altri. A mancare sono un pregnante sottotesto di commento e un discorso coerente che non s'affidi all'alibi della rappresentazione della realtà così com'è, in tutte le sue contraddizioni. L'uomo onesto di Peck infrange quella Legge che tutela la giustizia ma procura un trauma all'uomo cui tagliano "l'albero della vita", manipolata dal tutore dell'ordine in preda alla dolce follia del romanticismo, abusata (lo stupratore interpretato da Charles Durning), ignorata da chi non può fare a meno di violarla (i contrabbandieri di whisky), da chi gioca incautamente con il cuore del prossimo (la dolce e remissiva moglie, lo sceriffo cui...squarciano il petto). Frankenheimer chiude sui volti del profondo sud (ras)segnati dal tempo, dal dolore, dalle passioni. Costa cara la felicità e Faust non è lontano.
