TRAMA
Quatto amici quarantenni decidono di passare un weekend avventuroso. Ma non così tanto…
RECENSIONI
Un tema ricorrente, quasi in filigrana, nei film di John Boorman è la rappresentazione in astrazione della civiltà e soprattutto del disagio dell'individuo a contatto con essa e con le variabili che la governano. DELIVERANCE 'Un Tranquillo Week-end di paura' è anche questo, tratto da un romanzo di Charles Dickey cui era molto interessato anche Peckinpah (che lo stesso anno dirigerà Cane di Paglia, piuttosto prossimo tematicamente), è stato il più grande successo commerciale di Boorman, è entrato nell'immaginario cinematografico ed è pietra di paragone necessaria -anche se spesso dimenticata - per la comprensione del new horror e, per quanto paradossale, del dramma metropolitano.
I quattro amici che 'staccano la spina' per il fine settimana si confrontano con uno strato evolutivo della socialità che nemmeno immaginavano potesse essere esistito, la natura stessa - altra ricorrenza boormaniana - si mostra cangiante, insidiosa nelle scelte del regista e di Vilmos Szigmond.
La presenza delle brutalità, dell'abbrutimento, anche letterale, è evidente sin dalla sequenza d'apertura con il ragazzo suonatore di bajo, se anche è vero che sugli Appalachi (così come nel W. Virginia) esistono sacche di arretratezza qui non c'è alcun intento di realismo (recentemente 'Vendetta Trasversale', nel 1927 i selvaggi di 'Stark Love' di Carl Brown (Famous Players-Lasky)).
Lo schema del thriller è chiaro e disseccato, la forma succinta rimanda a Duello nel Pacifico ma qui la crudeltà è legata alla materia ed è quanto di più sconvolgente ci si possa attendere, la violazione di ogni possibile attesa, per una volta il titolo italiano la combina giusta, tranquillità e paura. Anche se in tv ci sono parecchie sforbiciature. 'Rifatto' con Meryl Streep e Kevin Bacon con il titolo River Wild.
