TRAMA
Il cavalier Eugenio Ronconi, agiato, ha il terrore di diventare povero: come cura, lo psicologo gli consiglia di vivere quell’esperienza. Cambia nome e si fa assumere come addetto alle pulizie nella propria ditta.
RECENSIONI
Lo stesso anno di Una Poltrona per due (curioso…), Renato Pozzetto, anche sceneggiatore, propone una favola risaputa e inconsistente, come tante che (vedi i film con Adriano Celentano) hanno popolato il cinema italiano anni ottanta. Morale: la vita semplice batte il denaro e trova l’amore. Per dimostrarlo si va agli estremi, con l’amicizia di un barbone (Piero Mazzarella), un pasto consumato in cima al Duomo di Milano, la bellezza di Ornella Muti come premio (la nuova vicina di casa: che fortuna…). Il film non è nemmeno, al contrario dell’opera di John Landis, divertente, dato che si fonda, per lo più, sul “pozzetto” di Pozzetto (“Eh la Madonna!”) in un racconto che fa da pretesto a espedienti sessuali (la moglie oca che va sempre nuda, il pube della segretaria) e gag per lo più rozzi. Nonostante la presenza del nostrano castigatore Ugo Gregoretti nei panni dello psicologo, poi, hanno le micce bagnate la critica di costume e l’apologo morale. La pellicola, se non altro, è una cartolina sulla Milano sognata degli anni ottanta (Eugenio, a un certo punto, fa il tour a riscoprire la sua città).
