TRAMA
Nel paesino costiero di Connemala, il sergente Boyle, dedito a droghe e prostitute, affianca in modo conflittuale l’agente di colore dell’Fbi alla ricerca di alcuni trafficanti di droga che hanno ucciso due persone.
RECENSIONI
Fratello del regista di In Bruges e sceneggiatore di Ned Kelly (citato nel film, insieme a L’Australiano, Bertrand Russell e così via), John Michael McDonagh esordisce con un oggetto anomalo, in voluto, precario e vincente equilibrio fra dramma poliziesco/umano e commedia grottesca: colori a pastello accentuati accompagnano un protagonista sopra le righe, indecifrabile, che pare uscire dalla penna di Aki Kaurismaki (e di molta cinematografia scandinava, tipo Lukas Moodysson), e si resta spiazzati dal nonsense quasi demenziale di certi dialoghi o caratteri (vedi i tre criminali filosofi) in una struttura di indagine da poliziesco. Una volta entrati in sintonia con il mood della pellicola, è facile divertirsi con e innamorarsi di questo grasso sergente anticonformista, appassionarsi al rapporto che si instaura con l’agente Fbi perfettino e professionale, e alla galleria di figure fra il serio (la madre malata terminale, la croata che perde il marito gay) e il faceto (il sociopatico, lo spietato killer di Mark Strong con i suoi dubbi esistenziali). Infine, si trova una risposta alla domanda che si pone il personaggio di Don Cheadle all’inizio del film, che è la stessa che si chiede lo spettatore: Boyle (il film) è uno stronzo stupido o furbo? Colonna sonora spagnoleggiante dei Calexico: nella sparatoria finale pare di essere in uno spaghetti-western eccessivo. Il titolo italiano è da denuncia.