- 40833
- Martin Walsh
TRAMA
Il matrimonio dei ricchi coniugi Manning sembra felice. L’accidentale morte del marito della domestica è un terremoto che sconvolge la loro vita._x000D_
RECENSIONI
Prima regia per Julian Fellowes, sceneggiatore del Gosford Park altmaniano e autore celebrato del libro Snob (Neri Pozza editore). Adattamento di un romanzo di una sessantina di anni fa, A way through the wood di Nigel Balchin, Separate Lies è un teorema chabroliano (un caso cruento sconvolge la piccola comunità borghese che si difende col silenzio, l’omertà, i privilegi di classe) in cui il delitto non serve a tingere di giallo (o di noir) le vicende ma a squarciare veli, svelare tradimenti, mostrare volti reali dietro i paraventi degli atteggiamenti, far marcire le ipocrisie. Il film dopo aver liquidato la pratica omicida, che si fonda su una dinamica niente affatto banale in cui a dominare è l’ambiguità del tratteggio dei personaggi coinvolti, si riconcentra sugli alti e bassi di un ménage allo stremo e mostra quanto pessima sia la scelta del titolo italiano che dirige l’attenzione sull’uccisione casuale che sconvolge la vita della coppia di protagonisti ma la distoglie da quello che è il vero cuore dell’opera: l’avvicinarsi e il distanziarsi continuo delle vite di un marito e di una moglie che non riescono a sovrapporre le loro esistenze né nella verità né nella menzogna, nutrendo reciprocamente un sentimento indecifrabile. Film garbato ma inerte in cui il gioco attoriale – ucciso dal letale birignao del doppiaggio – è il motivo di maggiore interesse, rimanendo le avvolgenti evoluzioni della mdp ( la fotografia è dell’ivoriano Pierce-Roberts) vuoto virtuosismo e la sceneggiatura un tentativo di illuminare gli stati d’animo paurosamente discontinuo.