TRAMA
La giovane Maki si ritrova costretta a vivere per sempre la stessa giornata. Ma qualcosa accade …
RECENSIONI
Voglia di Ricominciare
La giovane Maki si trova a vivere tutti i giorni la stessa giornata. Non è una metafora sugli effetti devastanti della routine, perché la protagonista si trova proprio nel concreto a sfogliare sempre lo stesso foglio del calendario. Non è nemmeno il giorno della marmotta come nell’analogo, almeno quanto a spunto iniziale, “Ricomincio da capo” di Harold Ramis. Maki è infatti entrata in coma in seguito a un incidente e vive in una specie di universo parallelo. Grazie a un’accurata sceneggiatura il lungometraggio di Hirayama Hideyuki non brucia subito le sue carte e ogni volta che sta per arenarsi verso un punto morto riprende quota, attraverso varianti originali e fantasiose. E’ interessante quindi come l’idea di partenza non venga semplicemente dilatata con trovate riempitive, ma sia arricchita da una progressione drammatica. Bella l’invenzione di un non-luogo di parcheggio, in cui chi è in coma nella dimensione terrestre attende un ritorno alla vita o la morte definitiva, e non casuale il fatto che l’unica ancora di salvezza, l’unico collegamento tra il perdersi e il ritrovarsi, sia dato dall’arte. Un surreale punto di incontro che rappresenta uno stimolo a credere nelle proprie capacità, a ciò che si sente, senza cedere al ricatto dell’omologazione. Ma sono tanti gli spunti di riflessione offerti dal film, che può essere letto come un’originale storia d’amore, come un racconto di fantascienza senza effetti speciali o come uno specchio dell’incomunicabilità dei tempi. Brava e graziosa la protagonista Makise Riho, anche se la regia non riesce sempre a valorizzare il suo impegno.
