TRAMA
Un regista decide di trarre da un atroce fatto di cronaca (la condanna all’ergastolo di un uomo, colpevole di avere ripetutamente stuprato figlia e nipote) un film porno soft.
RECENSIONI
That’s entertainment!
La vita com'è, narrata con occhio debitamente “sporco”, quasi documentario, e la vita come la vedono i cinematografari ed il loro pubblico di guardoni pettegoli, affamati di sesso e oscenità (nel senso etimologico di ciò che è “fuori”, prima di tutto dalla realtà e dall’etica), orrenda ed attraente (per chi non ne sia direttamente coinvolto) nel suo patinato splendore: nulla di nuovo sul fronte asiatico, e non solo su quello, ma, specie nella seconda parte, giocata attraverso un continuo slittamento dalla realtà (le interviste ai protagonisti “reali”) alla finzione (il film "Fame di sesso"), il film offre spunti esilaranti, purtroppo associati a fastidiosi compiacimenti e ruffianerie. È interessante vedere, tra le altre cose, come gli effetti della globalizzazione siano rapidi ed irreversibili soprattutto quando è in questione la definizione del peggio (in questo caso specifico, cinematografico): il “film nel film” sembra, a noi spettatori occidentali, non tanto la parodia del tradizionale melò commerciale filippino (ignoto ai non frequentatori di cineclub a tema), quanto una rilettura satirica, neppure troppo esagerata, di un film di John Derek il cui finale sia stato riscritto da Kevin “Scream” Williamson.