Drammatico

TRIS DI DONNE E ABITI NUZIALI

TRAMA

Franco Campanella, ex impiegato delle Poste sulla cinquantina, è in pensione da qualche anno e, da scommettitore incallito quale è sempre stato, punta tutto quello che può al gioco (quale poco importa) per garantire un matrimonio dignitoso alla figlia. È sicuro che la sorte lo assisterà, ma le cose andranno invece diversamente._x000D_

RECENSIONI

Italiani brava gente, un po’ mascalzoni ma con un cuore tanto. Chi non ne può più di vedersi descritto così, al cinema ma non solo, è meglio che non varchi la soglia del cinema. Discorso analogo per chi non ha affinità con il gioco delle carte, perché il film difficilmente riuscirà a coinvolgere chi per inclinazioni personali non lo è già. Vincenzo Terracciano si rifà a caratteri e cliché della tradizione della commedia italiana e, pur con indubbio talento nel replicarne dinamiche e caratteristiche, lì si ferma. Ecco quindi un padre con la febbre del gioco che moltiplica i debiti e rischia di compromettere i soldi destinati al matrimonio della figlia; una moglie (Martina Gedeck, già in coppia con Castellitto in Ricette d’amore) che ingoia per lo più in silenzio fino a non poterne più; una figlia brava ragazza costretta, almeno per un po’, a sopportare il peso della tradizione, e un figlio che rischia di seguire le orme non proprio virtuose del padre. Il tutto immerso in una Napoli di loschi figuri, usurai, malavitosi e megere da cui uscirne indenni sarà difficile. Incerto sul taglio da dare al racconto Terracciano, anche co-sceneggiatore, mantiene un approccio sobrio fino alla fine in cui cala, inaspettato e un po’ stridente, il dramma. Forse troppo sobrio, perché le risate sono pochine e la pennellata appare per lo più sbiadita. Si ambisce al sorriso e alla lacrima, ma l’agrodolce sfuma in una piatta indifferenza. Poco efficace anche la presa diretta, che rende in più di un’occasione arduo comprendere i dialoghi. Resta la grande prova d’attore di Sergio Castellitto, ma che il mattatore romano fosse un interprete bravo e sensibile, molto abile nel valorizzare le mezzetinte dei personaggi a cui dà vita, lo sapevamo già.