TRAMA
Jack ricorda la sua carriera di poliziotto sposato, corrotto dalle bustarelle della Mafia e sedotto da una sadica assassina.
RECENSIONI
“La felicità non te la dà l’essere buono o l’essere povero”: Jack è adescato dal Male, dal dio Denaro e dal Sesso. “Romeo” conquistatore, tradisce i colleghi, la moglie, l’amante ed infine pure i complici di malaffare. Lo strepitoso script di Hilary Henkin sfoggia una trama noir classica e da classico, con Io narrante, femme fatale e apologo morale (il delitto non paga) ma i suoi modi flirtano con la violenza, la perversione, l’ironia e l’ambiguità del (post)moderno, creando un ibrido che è il terreno più fertile per la regia del sottostimato Peter Medak (La Classe Dirigente, I Corvi), ungherese d’adozione inglese molto dotato nel thriller psichico e surreale, con una predilezione tutta particolare per le matrici oniriche ed i racconti perfidi, sottolineati da suggestive inquadrature deformanti (plongée, riprese dal basso, grandangoli). L’infallibile cast non ha di che lamentarsi per i caratteri forniti dalla sceneggiatura: la seducente Lena Olin, in particolare, coglie forse il ruolo migliore della propria carriera con questa donna terribile e temibile, sadica e torbidamente sensuale, dotata di una risata diabolica (che Medak, purtroppo, sottolinea come se avesse a che fare con un film horror di bassa lega, dove caricaturare anziché esaltare il personaggio). Quando apre le gambe con uno sguardo insieme schernente ed invitante, eccita in modo sadomasochistico quanto più si palesa pericolosa, inaffidabile, spietata. Con potenza e risorse da cult-movie, l’opera è montata dal grande Walter Murch, seppure non manchino passaggi opachi o senza misura. Da citare la gag in cui lei chiede a Gary Oldman se preferisce farlo “Con o senza”, lui risponde “Senza”, e lei si toglie un braccio finto. Hard-hard boiled.