TRAMA
Francia del Sud: Bob, americano, è un ladro e un giocatore d’azzardo senza soldi né fortuna. L’ultima fatale perdita monetaria lo porta a tentare un colpo impossibile al Casinò di Montecarlo.
RECENSIONI
Sotto una patina di fatua ricercatezza fatta di avvolgenti macchine a mano, stop frame, effetti ed effettini without a cause, Jordan gioca al remake (BOB LE FLAMBEUR di Melville) dandoci dentro di stereotipi: un protagonista marpione dal cuore d'oro ("il ladro buono" suona il titolo originale), ex tossicomane, giocatore, animo decadente in cui Nolte sguazza con evidente divertimento e che una scrittura solo un po' più attenta avrebbe potuto rendere meglio, dialoghi di puro artificio che procedono per irritanti aforismi e paradossi (ne ho contati dozzine), un confronto poliziottomalfattore risolto con nessuna originalità e uno svolgimento, stanti le ambivalenti premesse, fin troppo lineare. TRIPLO GIOCO è un film di stilismi, esibiti senza stile alcuno, che si lascia guardare, non fosse altro che per la simpatia del protagonista, per alcuni spunti non totalmente disprezzabili, per un tono niente affatto serioso che giova all'attenzione senza fiaccarla. Il ritratto degli ambienti e lo schizzo dei personaggi di contorno (tra cui un inspiegabile Emir Kusturica, che suona à la Hendrix l'inno americano, e un perfido Ralph Fiennes, in apparizione speciale non accreditata) rasentano peraltro il nulla.
Tutto giocato su speculari livelli di verità e falsità (il Picasso di Bob, che servirà a finanziare il colpo; i quadri del casinò; i piani di rapina; gli stessi antifurti; persino il giovane Paul non sarebbe altro che una brutta copia di Bob - "Ma a me piace l'originale" dirà la ragazza), con una lussuosa ma squilibrata fotografia firmata Chris Menges, TRIPLO GIOCO è un innocuo esercizietto che, se si eccettua il disvalore aggiunto del penoso doppiaggio, non riesce neanche a destare irritazione.