
TRAMA
Tre amici on-the-road: uno di loro deve sposarsi con la figlia di un dispotico arricchito. A quest’ultimo devono anche consegnare una gamba di legno, opera artistica preziosa.
RECENSIONI
Il simpatico trio comico, divenuto famoso grazie al programma televisivo Mai dire gol (donde recupera lo sceneggiatore Giorgio Gherarducci della Gialappa’s Band e il regista Massimo Venier), esordisce al cinema, sorprendendo favorevolmente per vis comica, senso della misura e gusto cinefilo. Ristampano la formula vincente del loro cabaret: affiatamento litigioso, prove affettuose d’amicizia, personaggi imbranati in mutuo soccorso (Aldo tonto e bonaccione, Giacomo cerebrale e Giovanni pignolo e bastardo dentro), sindrome da Peter Pan dispettoso, invenzioni e gag gustose. Ma il cinema è altra cosa, e (non) lo sanno molto bene Carlo Verdone (per fare un nome) e tutti i comici che hanno preteso di riprendersi sul proscenio straniero senza aver studiato la grammatica della nuova lingua: a parte qualche segno d'immaturità registica (mal giocate sia la scena in cui la gamba cade in acqua che quella, stiracchiata, finale), non solo i tre costruiscono una storia che diverte, ha un'anima (tenera) ed un punto di vista (sul razzismo), ma s'ingegnano anche per offrire qualcosa di superiore alla media, con l'idea di inserire nel racconto principale dei segmenti cinefili, veri e propri cortometraggi di genere (i killer mafiosi stile Tarantino, con la regola “Risolvo i problemi con la pistola” portata al parossismo; l'omaggio a Ladri di Biciclette con il film “Biglietto Amaro” che si specchia, nella chiusura circolare, con il racconto contenitore; il Dracula meridionale di Aldo perseguitato dai leghisti Gino e Michele). E le citazioni continuano con i salvatoresiani Marrakech Express e Mediterraneo (la partita di calcio, il colpo di testa di Aldo che sbuca dalla sabbia!). Marina Massironi è la quarta (in) gamba, imprescindibile, dal 1992.
