Drammatico, Recensione

TRAP STREET

Titolo OriginaleShuiyin Jie
NazioneCina
Anno Produzione2013
Durata93'
Sceneggiatura
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Li Qiuming è apprendista in una compagnia di sistemi satellitari. Il suo lavoro consiste nel mappare le strade di una città in continuo mutamento e mantenere aggiornato il sistema satellitare. È un ragazzo vivace il cui unico problema nella vita sembra essere il padre, conservatore e incontentabile. Un giorno, incontra una giovane e attraente donna che improvvisamente scompare in una stradina tranquilla. Qiuming si accorge di non riuscire a registrare nel sistema digitale i dati di questa strada. Tornerà dunque sul posto per una seconda ispezione.

RECENSIONI

Opera prima anomala e non priva di fascino, Trap Street pare adagiarsi, nella sua prima parte, su un canovaccio gentile e amoroso alla Hong Sang-soo, senza tuttavia possedere l'acutezza e la leggerezza di scrittura  di un Hahaha : un giovane voyeur di mestiere, una misteriosa passante, un pedinamento. Appena abbozzata la storia d'amore, il racconto vira bruscamente verso altri territori. E i referenti cinematografici e/o letterari sembrano essere altri: Blow up, La conversazione, Borges e, ovviamente, Kafka. La disanima dei sentimenti, su sfondo urbano e sociale 'neutro', si tramuta in analisi sufficientemente acuta, anche se lambiccata e vagamente risaputa (la mise en abyme dell'occhio della macchina da presa), di una società che sorveglia, perseguita, punisce. Un progetto ambizioso, che a tratti si compiace di disvelare universi paralleli, di accumulare indizi, mescolare le carte, rovesciare tutto per poi chiudere, buñuelianamente, sugli animali allo zoo. Ok, la libertà è un fantasma...